lunedì 28 ottobre 2013

La posizione in acqua

Nel nuoto infatti, come in molti altri sport, l'evoluzione delle capacità  motorie coordinative rappresenta la base da cui partire per una buona evoluzione tecnica dell'atleta. Quanto più ricco e preciso sarà  il bagaglio di percezione  sensoriale del movimento sviluppato e tanto più fine sarà  il controllo e la regolazione del movimento che ne consegue. Lo sviluppo delle capacità  coordinative è quindi strettamente associato con la concomitante evoluzione delle capacità  senso-percettive. L'evoluzione della coordinazione può avvenire solo attraverso una esecuzione cosciente e corretta del movimento.

E’ importante ricercare una posizione che riduca gli attriti in acqua. In altre parole dobbiamo ricercare una grande idrodinamicità durante tutte le fasi della nuotata, virate comprese. La riduzione dell’attrito pesa ai fini dell’avanzamento per circa il 70%, mentre le capacità propulsive di tecnica e sensibilità sono prossime al restante 30%. Se cercate quindi di migliorare e nuotare più veloci, il pensiero principale sarà quello di migliorare l’assetto in acqua, poi quello di un miglioramento tecnico, e solo da ultimo, il miglioramento della prestazione fisica. Concentratevi su:
1) minimizzare ogni resistenza/attrito passivo tramite un corretto allineamento,
2) massimizzare l’efficienza dei movimenti propulsivi.

Così facendo migliorerete la vostra penetrazione idrodinamica, concentrandovi sui cambiamenti della posizione/assetto del corpo. Eliminare l’attrito si ottiene principalmente in 3 modi:
1) Col bilanciamento del corpo. Piedi e gambe tendono sempre ad affondare a causa della loro stessa peculiare costituzione fisica. Per ogni centimetro di affondamento c’è un incremento proporzionale di attrito e costo energetico per l’avanzamento. Quindi un corpo in asse, bilanciato ed allineato, con le gambe ed i piedi a filo dell’acqua è la migliore posizione per rendersi idrodinamici
2) Dobbiamo allungarci. All’aumentare della lunghezza sulla linea d’acqua, si riduce la resistenza all’avanzamento; allungandovi dovrete ricercare di percepire tutti i segmenti corporei allineati in un unico asse, disperatamente alla ricerca di toccare l’altro lato della piscina. Tutto ciò va eseguito rilassati, senza perdere in fluidità ed efficienza, senza strappare. Possiamo individuare 3 tipi di resistenza all’avanzamento:

- attrito frontale del corpo
- attrito di scia
- attrito generato dalla superficie del corpo

Più affonderete nell’acqua, più i tre tipi di attrito vi rallenteranno.



3) Grazie al giusto rollio, l’acqua incontrerà meno resistenza rispetto al normale scivolamento lungo la pancia, e questo riduce gli attriti. Concentratevi sempre sull’allungamento ed allineamento del corpo, e fatevi osservare o riprendere soprattutto sui fianchi; se questi sbandano durante la nuotata, c’è quasi sicuramente un problema con la testa o con la presa.

lunedì 21 ottobre 2013

Phisioman - Triathlon Full Tirrenia

Con la gara di Triathlon Sprint e Super Sprint svoltasi a Tirrenia, il 20 Ottobre, ed organizzata dalla società PhisioSportLab ASD di San Giuliano Terme, si conclude il circuito Triathlon Coppa Toscana. Gara alla quale ha partecipato anche il sottoscritto non senza fatica. Facilmente raggiungibile da ogni parte della Toscana e dalle regioni vicine: grazie alla vicinissima A13 Genova - Livorno, alla super strada Firenze – Pisa – Livorno, all’aereoporto di Pisa ed al porto di Livorno, Tirrenia risulta essere molto appetibile per un gran numero di atleti provenienti da ogni parte d’Italia. La competizione ha avuto luogo lungo il litorale di Tirrenia senza mai allontanarsi troppo dalla zona di cambio; peculiarità quest’ultima che ha permesso hai numerosi spettatori di godersi tutte le fasi della manifestazione sportiva senza doversi spostare dalla zona di partenza ed arrivo. L’ampia disponibilità di parcheggi gratuiti antistanti la zona cambio, ha facilitato enormemente gli atleti durante la fase preparatoria, permettendo loro di portare senza problemi e in pochissimo tempo il proprio equipaggiamento. La consegna dei pettorali e del braccialetto, avvenuta la mattina stessa della gara, dato l’alto numero di partecipanti, è risultata essere lenta e macchinosa anche se la preiscrizione era avvenuta per moltissimi atleti on-line. Su questo aspetto gli organizzatori potevano porre più attenzione allestendo fin dal giorno prima la consegna dei pettorali, evitando lunghe attese che per clemenza climatica non si sono svolte sotto la pioggia. Altra nota dolente dell’organizazione è stata la scarsa informazione on-line sulla gara:dalle caratteristiche dei percorsi (planimetria) alle modalità della zona cambio per finire alla mancata informazione con le strutture convenzionate. Insomma sono mancate un po’ d’informazioni che molti atleti, soprattutto quelli più pignoli avrebbero gradito. Da apprezzare la bassa quota d’iscrizione che con le sue 25 euro risulta essere una delle competizioni di triathlon più economiche in assoluto, cosa che di questi tempi non guasta di certo; quota con la quale gli organizzatori sono riusciti a garantire agli atleti tutti i confort e l’assistenza tecnica di cui avevano bisogno.
Andiamo adesso agli aspetti tecnici della prova. Agli organizzatori va sicuramente riconosciuto il merito di aver contenuto gli spostamenti degli atleti, soprattutto nella frazione in bici, in pochissimi kilometri dalla partenza. Questa caratteristica della gara di Tirrenia ha aiutato gli organizzatori nel gestire la gara, limitando in modo considerevole il numero di addetti alla sicurezza dell’evento. L’aver creato un multi-lap nella frazione in bici (5 giri di 4 km) ha garantito agli atleti una frazione in bicicletta praticamente senza traffico, dato che il tratto di strada interessato è stato letteralmente chiuso al traffico, e in totale sicurezza. Ha fatto particolarmente piacere la notevole presenza di forze dell’ordine che hanno coadiuvato il lavoro degli organizzatori durante lo svolgimento della manifestazione. Piccolissima pecca della frazione in bici le due curve a gomito poste all'inizio e alla fine del circuito.  La frazione a nuoto non poteva che svolgersi in mare aperto: si trattava di un percorso (un rettangolo) da ripetere due volte, con un passaggio molto bello sulla spiaggia, per una distanza di 700m. Terminato il secondo giro si giungeva alla zona cambio tramite un percorso di un centinaio di metri su asfalto. Il mare perfettamente calmo ha reso la prima frazione del triathlon sprint di Tirrenia molto bella. Le uniche due pecche sono state quelle di aver fatto partire in contemporanea gli atleti della gara Sprint e quelli della gara Super Sprint (meglio sarebbe stato anticipare la partenza della gara Sprint per evitare un pericoloso affollamento fino alla prima boa) e l’aver posizionato la zona cambio a circa 100m dalla riva facendo percorrere agli atleti un tratto su asfalto (si poteva optare per una passerella in legno e materiale anti scivolo fino alla zona cambio). Ottima la scelta della pista ciclabile per la frazione a corsa svoltasi in completa sicurezza. Infine la zona cambio si presentava molto ampia e di semplice interpretazione, dato che tutto il materiale occorrente poteva essere riposto a fianco della bici In conclusione un’ottima gara svoltasi ad autunno ormai inoltrato grazie anche ad un tempo clemente se pur nuvoloso.

Giudizio 7.35
facilità nel raggiungere il luogo della gara: 9
informazioni on-line: 6
costo iscrizione: 8
periodo climatico: 6
frazione a nuoto: 6.5
frazione in bici: 7.5
frazione a corsa: 8
zona cambio: 7
logistica: 7
sicurezza: 8.5

mercoledì 16 ottobre 2013

La tecnica del nuoto

Gli stili notoriamente utilizzati nella pratica del  nuoto sono 4: il crawl, il dorso, la rana e il delfino. Gli atleti che praticano il triathlon sono soliti utilizzare lo stile crawl, meglio conosciuto in Italia come stile libero, per portare a termine la prima frazione a nuoto. Teoricamente nel regolamento della federazione internazionale triathlon non è specificato quale stile utilizzare per la frazione a nuoto, quindi un triatleta potrebbe nuotare anche praticando altri tipi di nuotata. È scontato dire che il crawl, per la sua impostazione e tecnica, risulta essere lo stile di nuotata più diffusa nel triathlon.

Galleggiabilità

Creando e mantenendo una posizione orizzontale ed equilibrata del corpo' l'atleta espone una minore superficie del proprio corpo all'acqua e, in aggiunta, riesce a ridurre l'energia della battuta di gambe necessaria a tenere le gambe verso l'alto. Molti allenatori ed insegnanti di nuoto ritengono questo, l'aspetto di maggior importanza e che vada assolutamente sviluppato per primo. Un equilibrio del corpo ottimale nel nuoto a stile libero crea una posizione più orizzontale possibile. Questo risultato può essere raggiunto da parte dell'atleta tenendo in equilibrio il proprio corpo attraverso il proprio punto centrale di rotazione o centro di galleggiabilità, rappresentato dai polmoni. Purtroppo il nostro corpo non è stato concepito per vivere nell’ambiente acquatico, per questo non siamo normalmente equilibrati nell’acqua, dato che abbiamo le leve delle gambe più lunghe e pesanti rispetto a quelle delle braccia, ecco spiegato il motivo per il quale tendiamo ad affondare naturalmente con le gambe. Nel nuoto a stile libero l'atleta è in grado di controbilanciare questa situazione con la posizione della propria testa ed anche con la propulsione delle bracciate. Mantenendo la propria testa all'ingiù e con il braccio sempre allungato in avanti, l'atleta tenderà ad equilibrare il sistema ed a rimanere più facilmente in posizione orizzontale. Alcuni allenatori ed atleti descrivono questa pratica come "creare pressione in avanti”. L'atleta può verificare facilmente il proprio equilibrio, prima di tutto tentando di galleggiare stando a pancia in giù con le braccia distese ai lati. Egli noterà che le proprie gambe tendono ad affondare a meno che non cominci a battere le gambe. Minore sarà lo sforzo per mantenere la posizione orizzontale in acqua, maggiore sarà la galleggiabilità.

venerdì 4 ottobre 2013

Dormire bene

Dopo aver incominciato a considerare l'allenamento per una disciplina multisportiva come un processo di adattamento all'allenamento fisico, invece che semplicemente allenarsi in maniera più dura, l'atleta dovrebbe essere in grado di riconoscere il valo­re del dormire bene durante il processo di allenamento. Potrebbe essere sufficiente perdere anche solo un paio d'ore di sonno o dormire male per una notte o due, per vedere come tutto ciò incida pesantemente sull'adattamento. Il sonno è il processo di recupero più importante ed essenziale per una persona. Dormire in maniera adeguata consente ai propri livelli di ormoni di ricaricarsi, al proprio sistema digestivo di assor­bire le sostanze nutritive, alle proprie proteine cellulari di essere ricostruite e alla pro­pria mente di decomprimersi. Il raggiungimento di un sonno adeguato nella società odierna è molto più difficile di quello che si possa pensare. In particolare, il tipo di persona che più spesso viene attratta da una disciplina come il triathlon - la persona adulta con un'alta capacità di realizzare dei risultati importanti e fortemente impegna­ta - è spesso anche il soggetto con maggiori probabilità di andare incontro a dei pro­blemi legati al sonno. Questa situazione potrebbe interferire concretamente con il pro­cesso di allenamento, se non addirittura condizionarlo pesantemente. L'esercizio fisico, in sé, è una delle tecniche più importanti per riuscire a miglio­rare la qualità del sonno di una persona. Tuttavia, questa è un'arma a doppio taglio per quanto riguarda i programmi di allenamento dei triatleti. Il sovrallenamento, pro­dotto da un allenamento esagerato senza che avvenga un adattamento a breve termi­ne, può creare in modo cronico anche degli elevati livelli di ormoni stressati che cir­colano nel sangue. Gli ormoni potrebbero inoltre interferire con il sonno. Una perdita nella qualità del sonno è un chiaro segnale di sovrallenamento, o della presenza di altri stimoli stres­santi che vanno ben al di là di un livello che l'atleta possa riuscire a gestire. Inoltre, l'effetto a breve termine di un allenamento ad un livello elevato si evidenzierà in un aumento degli ormoni legati allo stress e in un aumento del livello del proprio meta­bolismo generale. Si dovrebbe completare l'allenamento diverse ore, o anche di più, prima di andare a dormire. Naturalmente, se si parla di sonno ogni persona ha una propria sensibilità soggettiva per quanto riguarda i programmi di allenamento individuali. 

giovedì 3 ottobre 2013

Sovrallenamento

L'allenamento fisico è in grado di stimolare la propria risposta immunitaria, di crear un equilibrio muscolare, di aumentare la densità delle ossa e dei tessuti molli, di migliorare la funzione degli organi (il cuore e i polmoni), e di creare uno stato di buona salute psicologica e dei sentimenti di soddisfazione. La cosa più importante nel cercare di creare un programma di allenamento che riesca a stimolare il proprio siste­ma immunitario, invece di reprimerlo, dovrebbe essere quella di evitare il sovrallena­mento. Il proprio sistema immunita­rio potrebbe diventare temporaneamente soppresso nel momento in cui i propri sfor­zi in allenamento e in gara, eccedano di molto gli sforzi precedenti o gli sforzi che non si è preparati ad eseguire. Affrontare degli sforzi d'allenamento di proporzioni "epiche", senza un lavoro prece­dente che prepari ad effettuare questo tipo di sforzi, potrebbe portare l'atleta in uno stato di forte sterss. Anche se quella corsa "monumentale" in mountain bike della durata di cinque ore (quando normalmente si corre solo per un'ora, o anche meno) sembra essere una buona idea in quel preciso momento, molto spesso il risultato a lungo ter­mine potrebbe essere un malanno e una perdita complessiva di miglioramento nel proprio allenamento.
Quando, frequentemente, l'atleta si impegna troppo, una temporanea soppressio­ne della risposta immunitaria può anche diventare cronica. Questo potrebbe far aggra­vare dei malanni minori in corso e, potenzialmente, delle malattie croniche, oltre a vari problemi delle vie respiratorie supe­riori ed altre malattie più gravi. Per evitare un'eventuale soppressione immunitaria acuta che cronica, l'atleta dovrebbe evitare di provare ad eseguire degli sforzi in allenamento es in gara nel caso in cui non si sia preparato a sufficienza, ma cercare, invece, di effettuare delle progressioni d'allenamento attraverso dei piccoli incrementi.

mercoledì 25 settembre 2013

Halfcastman Castiglione 2013 - Il giudizio

Il giudizio sulla mia prima gara di triathlon, quella a Castiglione della Pescaia, è un giudizio tutto sommato positivo che, ovviamente, non tiene conto del risultato. Partiamo dall’inizio. Per essere la mia prima gara devo dire che mi sono divertito sentendomi realizzato, dal punto di vista sportivo, al termine della competizione. La perfetta organizzazione, la passione degli organizzatori, il grande pubblico, la cornice paesaggistica senza pari contrapposta alla durezza del tracciato, hanno reso l’Halfcastman di Castiglione bello da vedere, belle da svolgere, sicuro ma soprattutto divertente. Ecco io mi sono davvero divertito sentendomi per una domenica di settembre un vero triatleta. Parlando poi del risultato sportivo non posso non prendere in considerazione il mio ritiro, avvenuto al 45esimo km della frazione ciclistica. Obbiettivamente non potevo andare oltre, ero cotto e le due salite di Tirli e della Capannina, avevano lasciato il segno. Inoltre il poco allenamento, anche se preciso ed intenso, non è stato necessario a terminare la gara almeno nelle 7 ore. Posso dire di sentirmi realizzato della prima frazione a nuoto, svoltasi con mare mosso e su una distanza che non avevo mai percorso prima in modo continuativo, uscendo nei primi 50 al primo giro e nei primi 80 al secondo. L’altra frazione, quella in bici è stata interlocutoria. Se da un lato resta il rammarico di essere uscito al km 45, dall’altro resta la soddisfazione di aver scalato due salite impegnative con poco allenamento. Tirando le conclusioni è stata una bella domenica di sport, divertimento e soddisfazioni, dove mi sono potuto confrontare con atleti molto più preparati ed esperti di me conoscendo i miei limiti e le mie potenzialità, utili per programmare i prossimi allenamenti. 

domenica 22 settembre 2013

Halfcastman Triathlon Castiglione 2013 -3

Attraversare per la seconda volta il tratto di spiaggia, che porta alla zona cambio, è stato davvero molto duro, per fortuna le fatiche sono state alleviate dalle centinaia di spettatori che ci hanno incoraggiato. Attraversato il breve tratto di spiaggia mi sono diretto verso la prima zona cambio, situata sulla passeggiata antistante il bagno Somalia. Passate le docce e le piscine, sono entrato nella tenda cambio dopo aver preso sacca con l’occorrente per la frazione in bici. Essendo questa la prima volta che praticavo una disciplina multi sport non avevo la minima idea di come si affrontasse un cambio. Così completamente digiuno di qualsiasi astuzia e tecnica mi sono tolto la muta indossando il body e tutto l’occorrente per la frazione in bici. Correndo verso la mia bici, con le scarpette ben allacciate ed il casco in testa, prendo la bici e finito il tratto a piedi salgo in sella ed inizio a pedalare. Le strade chiuse la traffico, almeno temporaneamente, e l’ottima segnaletica rendono facilissimo seguire il precorso della frazione bike. I primi 7 km sono tutti i piano e costeggiano la costa lasciandoci sulla sinistra la spiaggia in direzione Puntala. Passata la prima piccola salitella a quota 100 m s.l.m, si gira a destra per Tirli: la salita più dura e lunga di tutta la frazione. Appena montato in bici, data la mia scarsa preparazione, ho subito iniziato a perdere posizioni fino a ritrovarmi ultimo sui tornanti che portano a Tirli. Salgo con difficoltà e con una velocità bassissima fino alla zona rifornimento, allestita esattamente al termine della salita di Tirli a quota 470 m s.l.m.. Presi i Sali mi lancio a rotta di collo giù per la discesa che mi riporterà a Castiglione: una bella discesa con tratti prevalentemente tecnici e dal buon fondo. Finita la discesa vedo dopo diversi minuti un atleta davanti a me, segno che qual cosina ho recuperato in discesa. Le gambe scoppiano e il dolore al soprasella diventa in alcuni tratti insopportabile lungo i 10 km in piano che portano alla seconda salita dura del circuito: la Salita della Capannina. Lunga soltanto 1.5 km è decisamente più corta di quella di Tirli che con i sui 6 km è stata lo spauracchio di tutto il gruppo. La salita della Capannina è breve ma intensa, tocca punti con pendenza del 17%. Ancora una volta finita la salita trovo il ristoro con acqua, sali e barrette energetiche. La discesa che riporta al bagno Somalia è ripidissima, difficile e piena di curve secche che spezzano le braccia e fanno stridere i freni. Questo per me sarà l’ultimo tratto di corsa, durato 45 km anziche 90 km, dato che non avevo più energie per proseguire la corsa e nemmeno più tempo per rientrare nel cancello delle 5 ore dalla partenza della manifestazione. Così mestamente ma contento della bella giornata passata mi reco verso i giudici di gara per ritirarmi. Recupero tutto il materiale, torno in albergo e concludo la giornata in un bel ristorantino di Castiglione con un pranzo a base di pesce!

venerdì 20 settembre 2013

Halfcastman Triathlon Castiglione - 2

L’organizzazione della gara è risultata essere ottima fin da subito: ampia scelta di alberghi e ristoranti convenzionati, ottima segnaletica lungo il percorso, organizzatori professionali e soprattutto ampi parcheggi vicini alla zona cambio. Quest’ultimi si sono rivelati molto ampi e logisticamente perfetti per arrivare a pochissimi metri dalla zona cambio, cosa non da poco. Essendo stata la mia prima gara di triathlon ero un po’ nervoso, soprattutto per quanto riguarda le operazioni pregara: assegnazione numero, entrata e uscita dalla zona cambio, regolamento ecc… ad ogni modo mi faccio coraggio ed entro nell’area dedicata agli atleti. Dichiaro nome e cognome, mi assegnano il numero “89”, entro nella zona cambio con il casco ben allacciato e posiziono la bici esattamente al numero “89” della rastrelliera.
Terminate le operazioni pre-gara,  ho atteso pazientemente l’orario della partenza iniziando ad indossare la muta lunga dato che la temperatura del mare era al di sotto dei 24C° previsti. Finalmente arriva il momento della partenza, prima però gli organizzatori ci illustrano le particolarità del percorso per metterci a conoscenza dei punti più salienti e pericolosi del percorso. Alle 9.30 partono le donne e alle 9.45 è prevista la partenza degli uomini. Come il giorno precedente anche nel giorno della gara il tempo è grigio e il mare presenta la stessa onda lunga.  La prima frazione a nuoto si svolge su un circuito di 950 metri da ripetere due volte e prevede anche un passaggio di 50 metri sulla spiaggia davvero molto spettacolare. Pochi minuti prima della partenza gli organizzatori ci fanno scendere in spiaggia e i danno le ultime raccomandazioni sulle condizioni del mare. Alle 9.45 esatte scatta la sirena e si parte! Siamo 150 atleti e tutti iniziamo a correre lungo i primi metri di mare per poi tuffarsi in acqua verso la prima boa gialla.

Negli istanti successivi alla partenza regna una confusione disumana: spinte, schizzi, bracciate, ginocchiate, fiancate, corpi che sbattono e onde che si infrangono su di noi. Tutto questo avviene almeno per i primi cinque dieci minuti, il tempo di allungare il gruppo e sfilare i più lenti. L’onda lunga si fa sentire, il freddo dell’acqua meno dato che la muta compie egregiamente il suo lavoro. La prima boa sembra non arrivare mai e il mare mosse e la corrente mi rispediscono verso riva. Il tratto più difficile è quello tra la boa 1 e la 2, quello che corre parallelo alla riva. In questo tratto di mare le onde sono molto fastidiose, dato che arrivano dal fianco destro, quello da cui io respiro. Bevo, ondeggio ma non mi arrendo, lo sforzo non è dei più piacevoli ma stringendo i denti arrivo alla boa 2 e punto verso la riva. Con le onde e la corrente a favore la velocità aumenta così come la stabilità ed è in questo tratto del percorso che inizio a recuperare posizioni. Finito il primo giro ci aspettano 50 metri di corsa sulla spiaggia. Duri, durissimi ma resi più leggeri dal pubblico che ci incoraggia, dopo di che iniziando il secondo giro, con le stesse difficoltà del primo ma con molta più fatica. Il tratto che mi porta alla prima boa è quello dove perdo più posizioni, soffro l’onda contraria e la stanchezza accumulata nel primo giro. Se la stanchezza e le onde non bastassero, ci si mette anche il colletto della muta a darmi fastidio e a provocarmi un fastidiosissimo bruciore sul collo che nei giorni avvenire mi farà tribolare. Girate le due boe, inizia il tratto facile, quello che conclude la prima frazione. Come nel primo giro anche nel secondo recupero un po’ di posizioni e concludo la gara con un rispettabilissimo tempo di 45 minuti.

giovedì 19 settembre 2013

Halfcastman Triathlon Castiglione - 1


La scorso fine settimana, per l’esattezza domenica 15 settembre a Castiglione della Pescaia, ho partecipato al mio primo mezzo Ironman. La manifestazione sportiva, battezzata dagli organizzatori Halfcastman Castiglione 2013, si è svolta lungo il caratteristico litorale della nota località turistica, offrendo un’invidiabile contesto paesaggistico agli atleti impegnati in gara.
Per motivi logistici e per meglio vivere il clima della gara, mi sono recato a Castiglione il giorno precedente la competizione, soggiornando in uno degli alberghi che gli organizzatori ci hanno indicato come convenzionati, facendoci risparmiare sul costo della camera e mettendoci a disposizione la stanza fino al tardo pomeriggio (cosa altrimenti impossibile). Questo piccolo dettaglio è stato molto apprezzato, dato che mi ha permesso di rientrare in camera una volta finita la corsa, permettendomi di recuperare le energie con un bagno caldo e una mezzoretta di riposo.
Arrivato a Castiglione nel primo pomeriggio e preso possesso della camera all’Albergo L’Approdo (4 stelle – una notte – camera matrimoniale – 110 euro – sconto 10%), per prima cosa sono andato a fare una piccola ricognizione della zona cambio (lungo mare alle spalle del bagno Somalia). La macchina organizzativa si era già messa in moto e lungo la passeggiata stava prendendo forma il parco atleti, composto: dalle rastrelliere per le bici, le tende per i cambi, decine di transenne e la tenda del primo soccorso. Lasciati i ragazzi dell’organizzazione al loro lavoro, mi sono recato ai bordi della spiaggia ad osservare le condizioni del mare. Scrutando il mare ed il cielo fino all’orizzonte più lontano, ho notato come il tempo fosse grigio e perturbato, con un mare leggermente agitato e con una poco rassicurante onda lunga che purtroppo mi aspetterà anche il giorno della gara. Lanciato un ultimo sguardo al mare era arrivato il momento di prendere la macchina per Casa Mora, località a poche centinaia di metri dalla zona cambio, dove gli organizzatori avevano allestito la consegna dei pacchi gare, del chip e la registrazione alla gara.
La registrazione al Halfcastman Castiglione 2013, si è tenuta all’interno del complesso sportivo Casa Mora, più precisamente nei locali del palazzetto dello sport, dove gli organizzatori, oltre a consegnarmi il chip, mi hanno consegnato anche un fornitissimo pacco gara composto da: maglietta running, polo evento Halfcast Castiglione 2013, cappellino running, borraccia offerta dallo sponsor, barrette energetiche, numeri casco, numeri bici, numero pettorale, numero sacche, sacche per la zona cambio, gadget bike e vademecum per la zona cambio e per le operazione di cambio. Dopo aver portato tutto in albergo, esco per cena e per rilassarmi in attesa di della gara di domani.
La mattina della gara c’è stato permesso di poter usufruire, in via del tutto straordinaria, della sala colazioni ben trenta minuti prima del normale orario stabilito; il grande salone vetrato, all’albergo L’Approdo, si trova al quarto piano e permette di godere di una bellissima vista sul canale. Con due cornetti, un cappuccino, un caffè e un succo all’ananas sullo stomaco, era giunto il momento di partire per la zona cambio e iniziare ad entrare nel clima gara. Prese le sacche, quella blu per la corsa e quella bianca per il ciclismo, preparate la notte precedente, mi sono recato al parco atleti dove ho depositato la bici e le due sacche. 

lunedì 8 luglio 2013

Triathlon:tabella corsa

Sfatiamo ogni dubbio: io e la corsa siamo due mondi completamente distanti. Non ho mai corso e mi sono ritrovato a farlo a 30 anni durando una fatica pazzesca. Il giorno più duro è il primo, poi man mano che il tempo passa la fatica e lo stress mentale lasciano il posto a rari e fugaci momenti di divertimento, l'importante è tenere duro, trovare sempre nuovi stimoli e porsi dei traguardi. Correre non è divertente come andare in bici o piacevole come nuotare: la corsa è pura fatica, sudore, caldo e dolore alle gambe il giorno dopo. Quindi vi lascio immaginare.   Quando si corre la sfida non la si fa con il cronometro o con la strada, ma con noi stessi e i nostri limiti. Come per ogni cosa anche nella corsa l'approccio è fondamentale: occorre correre con cautela e andare per gradi. Questo è quello che ho fatto io:

  1. prima uscita: 3 km
  2. seconda uscita: 5 km
  3. terza uscita: 6 km
  4. quarta uscita: 6 km




sabato 6 luglio 2013

Triathlon: tabella nuoto

Cerchiamo di recuperare un po’ di tempo perso facendo il punto sui miei nuovi piani di allenamento. Dunque partiamo dal principio e dal fatto che ho, almeno per il momento, abbandonato la fase di potenziamento che ho svolto durante tutto l’inverno e tutta la primavera e che mi ha fornito un’ottima base muscolare, utile per svolgere i successivi allenamenti in tutta tranquillità. Praticando la disciplina del triathlon ho dovuto lavorare moltissimo sulla resistenza sia fisica che psicologica e dato che da qualche parte dovevo iniziare, ho deciso di farlo partendo dal nuoto. Questa pratica per me non presenta nessun tipo di problema, anzi tra le tre è sicuramente quella più semplice e la meno faticosa. Anche in questo caso sono stato costretto a stravolgere i miei allenamenti, passando a svolgere lunghe sessioni nuotando ininterrottamente per 2km. Essendomi affacciato da pochissimo al triathlon il mio scopo è quello di terminare la gara del 15 settembre 2013 a Castiglione (1.900 metri in mare / 90 km in bici / 21 km a corsa) ecco il perché sto insistendo molto nello svolgere lunghe sessioni in vasca. Normalmente mi allenavo per 3 km al giorno, con serie mai più lunghe di 500 metri, mentre con l’ultimo allenamento sono arrivato a percorrere 1.600 metri senza sosta, con l’obbiettivo di nuotare la stessa distanza della gara: cioè 2 km.

mercoledì 3 luglio 2013

Triathlon

Eccomi di nuovo a scrivere, sulle pagine del blog SuperAllenamento, dopo un piccolo ma giustificabile periodo di assenza, dovuto ad impegni di diversa natura. Il lavoro, gli impegni personali, gli affetti, il normale svolgersi delle giornate e l’estate che finalmente è arrivata, hanno sottratto tempo prezioso agli allenamenti per come ve li ho presentati nei giorni scorsi. Oltre a tutto questo non posso non scrivere sulle pagine di queste blog una bellissima novità: l’iscrizione alle Società Sportiva di Triathlon di Siena il “Gregge Ribelle”; avvenuta nei primi giorni di giugno e che mi ha fatto rimettere mano a tutto il mio programma di allenamento per il debutto che avverrà il 15 settembre a Castiglione della Pescaia. Dopo alcuni giorni di assestamento ho pensato fosse arrivato il momento di accantonare la fase di potenziamento che durava ormai da diversi mesi e iniziare a praticare un training specifico per il triatlhon con l’orizzonte specifico del 15 settembre. Detto questo e dopo aver accantonato, almeno per il momento i pesi, mi sono concentrato sul nuoto (10 allenamenti da 3 km ciascuno dal mese di giugno) e sulla corsa (3 allenamenti per iniziare a mettere km nelle gambe). Nei prossimi giorni vi parlerò più approfonditamente del mio nuovo ciclo di allenamenti, facendo il punto su questa interessante e affascinante disciplina.

venerdì 24 maggio 2013

23.057 steps al GCC

Buongiorno. Settimana intensa sotto tutti i punti di vista: tanto stress, tanta fatica, brutto tempo e chi più ne ha  più ne metta. Ieri tra le altre cose è iniziato il GCC e ho potuto sperimentare il simpatico accellerometro 3d che da ieri mi accompagnerà costantemente nelle mie giornate. Nella giornata di ieri ho percorso più di 22.000 passi, il tutto senza praticare nessun tipo di attività sportiva come nuoto, corsa o bicicletta. ho voluto testare il mio livello di mobilità al naturale, senza cioè sommarci sopra i km di altri sport, in modo da poter capire quanto una singola attività sportiva rientra nel computo totale. Insomma volevo capire il livello medio della mia mobilità. Nei prossimi giorni proverò a sommarvi nuoto, bici, corsa e trekking.

mercoledì 22 maggio 2013

Nuotare contro il dolore


Il nuoto è uno sport ideale  per integrare la preparazione atletica necessaria per altri sport o semplicemente per mantenersi in forma.  Inserirlo quindi in una programmazione intensa come quella che ho battezzato “Super Allenamento”, mi è sembrata una scelta obbligata. In questo quadro di allenamento, il nuoto, ha la particolare funzione di ripristinare il normale livello articolare e muscolare, dopo il pesante affaticamento generato dalle dure sedute di potenziamento in palestra. Infatti, portare costantemente il nostro sistema muscolare al limite,  genera prima o poi microtraumi, indolenzimenti o passeggeri dolori articolari o muscolari che  renderebbero difficile e doloroso proseguire con l’allenamento. Ecco quindi che il nuoto con i suoi movimenti ripetuti e ciclici ci aiuta a sfiammare rapidamente ogni tipo di piccolo trauma. La posizione tenuta dal nuotatore, cioè di galleggiamento orizzontale, distende e rilassa senza mai affaticare la schiena, la colonna vertebrale e tutti i muscoli del dorso che sono costantemente stressati dal lavoro con i pesi. Con una frequenza di due allenamenti settimanali la pratica del nuoto ha una importanza fondamentale in questo ciclo di allenamento. Il suo inserimento nella programmazione settimanale, come avrete notato dalle tabelle di attività che ho pubblicato, non ha una sua cadenza particolare. Infatti la pratica del nuoto sono solito svolgerla verso il fine settimana al fine di riattivare completamente l’apparato articolo-muscolare dopo avere terminato tutte le sedute di potenziamento; oppure se richiesto da alti livelli di stress muscolari, in qualsiasi altro giorno della settimana.

martedì 21 maggio 2013

Stress da allenamento


Buon inizio di settimana a tutti. Torno a scrivere sulle pagine di questo blog dopo qualche giorno di assenza a causa di imprevisti gravi che mi hanno tenuto forzatamente lontano da queste pagine e mi hanno limitato fortemente nello svolgimento della mia attività fisica. Dico questo perché mi rendo sempre più conto di quanto sia difficile programmare e svolgere una serie di allenamenti facendo costantemente i conti con gli impegni e gli imprevisti delle nostre vite. Se non siete atleti professionisti e come me avete un lavoro normale che vi occupa almeno 8 ore al giorno e una normale vita sociale, vi renderete conto che non è assolutamente semplice coniugare, in tutto questo, una normale attività sportiva. Se non bastasse, la pratica allenante che sto svolgendo è molto impegnativa dato che comprende la successione di ben 4 discipline differenti da svolgere nell’arco di una settimana. Così come dicevo in qualche vecchio post, occorre avere delle priorità che, purtroppo, non possono essere legate al solo divertimento dell’allenamento. Il lavoro, la famiglia, gli amici e lo sport devono entrare in un perfetto equilibrio sinergico, in grado di non alterare il nostro stato psico fisico o rischiare di escluderci da qualsiasi rapporto di natura sociale. Non dobbiamo mai dimenticare che il fare sport deve essere un piacere, un divertimento e uno svago dallo stress quotidiano, senza mai diventare una pratica opprimente, morbosa ed esclusiva nella nostra vita. Le priorità sono altre e lo sport non è il nostro lavoro ma solo un benevolo e salutare passa tempo. Quindi non disperate se per una riunione avete fatto tardi sul lavoro e non avete potuto svolgere la vostra sessione di pesi. Recupererete. Non preoccupatevi se siete dovuti andare un intero pomeriggio con la vostra fidanzata o moglie per negozi perdendo i 3 km in vasca o se il brutto tempo e il freddo hanno impedito la vostra sgambata in bici o  a corsa. Tranquilli recupererete. L’importante è capire che la pratica sportiva non deve diventare una ossessione.

lunedì 13 maggio 2013

Global Corparate Challenge

Mancano solo 10 giorni alla partenza del Global Corporate Challenge. La squadra è stata battezzata EnjoyTeam e siamo tutti carichi per il 23 maggio 2013. In attesa della partenza il GCC chiede ai sui partecipanti alcune importanti informazioni per monitore lo stato di salute e i progressi di benessere del gruppo. Di seguito ecco i miei dati e i miei obiettivi.

martedì 7 maggio 2013

Tabella potenziamento


Come spesso accade gli imprevisti sono sempre dietro ogni angolo. Questa volta la colpa è del maltempo che non mi ha permesso di svolgere a pieno il mio programma settimanale di allenamento. Infatti,oltre alla doppia seduta nuoto-palestra, era programmata anche un giorno di trekking e una doppia seduta trekking palestra. Purtroppo il brutto tempo mi ha impedito di uscire e gioco forza sono stato costretto a rinunciare ai giorni di trekking, svolgendo il solo programma in palestra. Di seguito la tabella della programmazione ABC.

lunedì 6 maggio 2013

Global Corporate Challenge: regole


  •  Ogni squadra sarà composta da sette persone.
  • Nessuna squadra conterrà più di due atleti professionisti. Un atleta professionista è definito come una persona che partecipa regolarmente a eventi specifici, come una maratona o il triathlon.
  • Nessuna squadra conterrà più di due partecipanti che hanno già finito la competizione del GCC nella top ten delle squadre più veloci.
  • Se una squadra non partecipa ad alcuna iniziativa per un mese, i componenti saranno classificati come 'dormienti' e saranno rimossi dal GCC.
  • I partecipanti devono utilizzare solo il GCC Pulse ufficiale per misurare la loro attività fisica.
  • I partecipanti non devono volutamente introdurre conta passi falsi nel sito GCC.
  • I partecipanti non devono dondolare, oscillare o scuotere il loro GCC Pulse 3D, questo è considerato barare.
  • I partecipanti non devono sabotare il  GCC Pulse di un altro partecipante.
  • Se GCC management determina (a sua discrezione), che un partecipante è impegnato a barare o sta  violando alcune di queste regole, il partecipante sarà squalificato dal GCC, e la squadra sarà penalizzato di conseguenza.
  • Se GCC management determina (a sua discrezione), che due o più membri della stessa squadra sono impegnati in truffa,ogni membro del team e il team sarà squalificato dal GCC e la notifica inviata al senior management della propria organizzazione.

venerdì 3 maggio 2013

Palestra e Piscina 2


Anche martedì 30 Aprile il Super Allenamento continua con un’ulteriore doppia seduta di Piscina e Palestra. In realtà, visto e considerata la stanchezza e la fatica accumulata il giorno precedente, sarebbe stato opportuno e doveroso riposarsi per permettere un adeguato riposo facendo abituare l’organismo a questo nuovo metodo. Gli impegni personali però possono modificare leggermente la programmazione e rendere successive due sedute di allenamento. Detto questo, martedì 30 Aprile, dopo una abbondante colazione mi sono precipitato a svolgere la scheda di allenamento in palestra, sentendo ad ogni spinta, sollevamento, piegamento e trazione tutta la fatica accumulata nei muscoli dal giorno prima. . Finita la seduta di allenamento, con ogni muscolo dolorante e sfinito sono andato a sciogliermi in acqua. In vasca ho svolto sempre lo stesso chilometraggio, cioè 2000 metri, utilizzando però le palette nel 3° blocco da 500 metri. Nuotare è stato un incubo. Ogni muscolo, ancora pieno di acido lattico, gridava pietà e riposo. Soltanto dopo il secondo blocco, dopo aver smaltito tutte le scorie nei muscoli, ho iniziato a percepire un notevole miglioramento. L’allenamento in vasca è terminato con buone sensazioni muscolari dato che i muscoli erano completamente sciolti. Nel pomeriggio, e non poteva essere diversamente, è arrivata un’incredibile ondata di stanchezza: gambe molli, schiena affaticata e tanta fatica nel fare anche i più piccoli movimenti. Reazione normale, dopo tutto ho svolto due sedute consecutive di Super Allenamento senza nemmeno un giorno di riposo.

giovedì 2 maggio 2013

Palestra e Piscina


Buongiorno, con lunedì 29 Aprile, è iniziato il nuovo ciclo di allenamenti battezzato “Super Allenamento”. Lunedì mattina dopo essermi svegliato alle 9.15 e aver fatto un’abbondante colazione, mi sono preparato per andare a nuotare. L’impianto dell’Acquacalda, a Siena, è uno dei migliori che abbia mai visto, probabilmente non molto recente, ma decisamente confortevole e ben strutturato, dotato anche di piscine estive all’aperto. Tornato in acqua dopo oltre un mese di stop, causa intervento chirurgico, le prime impressioni sono state abbastanza buone, riuscendo nelle prime vasche a non sentire la fatica. Fatti alcuni centinaia di metri ecco che la tanto scongiurata fatica è arrivata. Consapevole delle difficoltà incontrate dopo il lungo riposo ho svolto un semplicissimo allenamento per creare un po’ di fondo. Terminato l’allenamento in acqua, senza nemmeno farmi la doccia per non perdere tempo, sono volato a casa per eseguire l’altra metà dell’allenamento. Ad essere sincero avrei preferito riposarmi e sdraiarmi comodamente sul letto, ma dato che avevo l’entusiasmo alle stelle non ho voluto rinunciare al doppio allenamento. Detto questo mi sono lanciato a svolgere il programmino di potenziamento che mi accompagnerà per almeno 4 durissime settimane di lavoro, suddivise secondo il metodo ABC del sistema di allenamento BIIO. Al termine della prima giornata di “Super Allenamento” le sensazioni sono state positive dal lato della gratificazione sportiva, dato che sono riuscito a portare a termine un doppio allenamento, e negative dall’altro data la grande sensazione di stanchezza che mi ha accompagnato per tutto il resto della giornata.

venerdì 26 aprile 2013

Global Corporate Challenge


Oggi vi parlerò di una manifestazione sportiva che si volge a livello globale e a cui ho il piacere di partecipare. L’evento si chiama GCC (Global Corporate Challenge) ed è rivolta a tutti i dipendenti delle più grandi multinazionali del pianeta ed ha la durata di 16 settimane. Lavorando ormai da 2 anni in una importantissima multinazionale farmaceutica sono venuto a conoscenza, la scorsa settimana, di questa particolare e singolare manifestazione sportiva e, dopo aver fatto richiesta di partecipazione, sono stato selezionato in una delle squadre della mia azienda. I partecipanti (35.000 in tutto il mondo) verranno divisi in squadre di sette persone ed ogni atleta sarà munito di un accelerometro 3D in grado di registrare dettagliatamente la propria attività sportiva. Nel corso delle 16 settimane i progressi delle 4 attività sportive principali (passeggiata, corsa, nuoto, bici) verranno convertite in kilometri e sommati di volta in volta ai risultati precedenti. Si tratta di un lungo viaggio virtuale lungo 16 settimane che vedrà vincititrice una sola squadra in tutto il mondo. Il GCC inizierà il 23 maggio 2013.

martedì 23 aprile 2013

Super Allenamento e BIIO

Dopo aver dato una periodizzazione al piano di allenamento, occorre prendere confidenza con la programmazione vera e propria, iniziando dall’analisi attenta dell’allenamento in palestra. Partiamo dal metodo. Ci sono diverse teorie e pratiche utilizzate da tempo e una delle più affidabili e garantite è il metodo BIIO, acronimo di breve-infrequente-intenso-organizzato. Partiamo dal termine INFREQUENTE: ovvero allenare lo stesso gruppo muscolare non prima che siano passati 7 giorni dal suo ultimo allenamento per dare ai tessuti muscolari il tempo di rigenerare le proprie fibre, le quali necessitano non meno di 6 giorni di riposo per attuare la supercompensazione.

Il termine BREVE invece indica il tempo ottimale per svolgere un’ottimale seduta di allenamento che dovrà attestarsi tra non meno di 45 minuti e non più di 90. Avendo a disposizione solo un ora e mezzo, è chiaro che il nostro allenamento dovrà essere molto INTENSO, quindi con pochi e pesanti esercizi multi articolari in grado di sfinire completamente le fibre muscolari. Infine il termine ORGANIZZATO servirà ad alternare momenti di fortissimo stress e carico a momenti di allenamento più leggeri e di scarico; sottoponendo le fibre muscolari al massimo a due intensissime settimane di carico con una successiva settimana di scarico, ovvero il 2:1.Appurati i 4 punti del BIIO appare evidente che la periodizzazione ABAB, con 4 sedute settimanali, adottata fino ad oggi, risulta superata dato che non rispecchia le indicazioni del sistema BIIO, occorre quindi passare ad una periodizzazione ABC che non solo rispecchia la pratica BIIO ma anche la periodizzazione indicata nel post precedente.

lunedì 22 aprile 2013

Programmazione Super Allenamento

Come avrete capito dai miei diversi articoli, il mio metodo di allenamento non prevede un’unica pratica sportiva, bensì una combinazione precisa di diversi sport che vanno dalla palestra, al nuoto, al ciclismo e con la bella stagione anche il trekking. Di tutte queste pratiche, quella che ho più trascurato è sicuramente il ciclismo su strada, a causa del brutto incidente che ho subito nel mese di ottobre e di cui sconto ancora le conseguenze. In attesa di poter tornare in bici, ho sostituito la bicicletta con un’altra pratica: il trekking. Così facendo oltre al potenziamento in palestra ed ai kilometri spesi in vasca, ecco che anche la pratica del trekking entra nel roster delle mie pratiche sportive volte al raggiungimento ottimale dello stato di forma. Ho deciso di inserire questa attività per due motivi: praticare un esercizio a basso stress e di tipo aerobico, in grado di contrapporsi alle enormi ondate di stress che il potenziamento con i pesi provoca e trovare uno sport in grado di portarmi a contatto con la natura.

L’obbiettivo principale è quello di riuscire a programmare un ciclo di allenamenti, che chiamerò super allenamento, di 4 settimane in grado di comprendere palestra/nuoto/bici/trekking/riposo; senza ovviamente trascurare gli aspetti sociali e lavorativi a cui tutti noi teniamo. Calendarizzare un ciclo di super allenamento del genere non è certo facile. Prendete ad esempio la programmazione di un body builder che si allena di norma 3 volte a settimana: lunedì – mercoledì – venerdì e combinatela con quella di un nuotatore Master che si allena 4 volte a settimana: lunedì – martedì – giovedì – venerdì. Con solo queste due attività, così come ve le ho proposte, o sfruttiamo tutti i giorni della settimana compresi il sabato e la domenica, oppure dovremmo procedere a sedute doppie di allenamento con carichi di stress e fatica notevoli in modo da non perdere nemmeno una seduta. Occorre quindi darci delle priorità e su queste programmare l’allenamento, infatti, dato che non pratico sport agonistico non ho esigenze di allenamento particolari, quindi invece di allenarmi 4 volte alla settimana in vasca, posso tranquillamente ridurre le sedute di nuoto da 4 a 2, privilegiando il lavoro in palestra. Quindi 3 sedute di palestra e 2 di nuoto, innestandoci almeno due uscite di trekking.



Questa potrebbe essere una buona soluzione anche se le due sessioni di nuoto si sovrappongono alle due sedute di palestra, generando in questo modo l’elevato carico di stress. Adotterò questa programmazione da lunedì 29 maggio e vi farò sapere.

venerdì 19 aprile 2013

Esercizi addominali 2


SIT-UP
È decisamente uno dei gruppi muscolari più amati, ma anche tra i più allenati in manie­ra sbagliata sia a livello di serie/ripetizioni, sia a livello della pura esecuzione. Infatti sono ancora tantissimi quelli che credono che l'alto volume di lavoro porti sia ad una buona massa e, soprattutto, ad una agognata definizione muscolare. In realtà, anche l'addominale è pur sempre un muscolo e quindi come tale per crescere ha bisogno di essere stimolato con i pesi e con ripetizioni medie. Ma i cosiddetti "quadratini"a tar­taruga possono essere anche ben sviluppati, ma se sono ricoperti dal grasso non li vedrà mai nessuno, e non saranno certo i 500/1000 "addominali" al giorno che posso­no toglierlo. È vero però che il retto dell'addome, se non allenato, (come spesso acca­de) con molto peso e intensità, può essere eseguito con una maggiore frequenza. I con­sigli per togliere il grasso li rimando invece nell'apposita sezione dedicata alla nutri­zione. Per quanto riguarda l'annosa e sterile questione della differenza tra addominali alti e bassi, posso dire che il retto è un muscolo unico e in qualsiasi modo lo si eserci­ti (busto verso pube o viceversa), lavora in toto. È vero però che l'elettromiografia, cioè lo studio dell'attivazione elettrica delle varie fibre muscolari tramite un apposito apparecchio, ha dimostrato che in effetti c'è una maggiore attività elettrica nella sezio­ne bassa dell'addome se il bacino viene portato verso il busto, che invece è più alta se il busto viene portato verso il bacino. Tuttavia ai fini dello sviluppo muscolare e, soprattutto, del grasso sottombelicale, la questione non è certamente determinante.
Negli ultimi anni, specialmente con la diffusione degli esercizi a terra nelle sale di aerobica si è diffusa l'idea che i sit-up, cioè la flessione del busto in avanti sia più dannosa e meno vantaggiosa dei crunch, cioè delle semplici contrazioni del busto. In realtà, con i dovuti accorgimenti, quest'antico movimento si può rivelare ancora tra i più efficaci esercizi per l'addome, forse anche più del tanto decantato crunch. Questo perché il sit­up, coivolgendo anche altri muscoli sinergici, permette un eventuale maggior carico aggiuntivo, con conseguente maggior pressione e incremento muscolare. Le critiche dovute al fatto che tale esercizio potrebbe esercitare una eccessiva pressione nelle ultime vertebre della colonna vertebrale sono infondate, in quanto tale situazione non avviene se il busto non supera i 45° dal pavimento.
Esecuzione: a terra, sdraiati sul dorso, mettere le gambe ben piegate all'altezza delle ginoc­chia, con i piedi fissati o liberi. Le braccia si devono posizionare lungo il corpo, sul petto o vici­no alla testa a seconda della resistenza che si vuole dare all'esercizio. Se la resistenza è mas­sima, cioè con le mani vicino alla testa, fare attenzione a non incrociare le mani dietro la nuca, in quanto (specialmente i principianti) si tende a comprimere il collo durante esercizio e non è molto corretto. Le mani in questo caso devono andare, con i gomiti piegati, in direzione delle orecchie. A questo punto inspirare, sollevarsi con il tronco fino a raggiungere i 35-45 gradi dal pavimento, rimanere un istante in contrazione isometrica (cioè fermi), espirare e tornare indie­tro. Riposarsi un attimo nella posizione iniziale e ripartire. In caso di peso aggiuntivo, in molti casi indispensabile per ottenere uno sviluppo in spessore del retto addominale, il manubrio o il disco deve essere posizionato nella parte alta del torace, per ottenere un effetto leva, e non, come molti fanno, sopra il ventre. In questo modo essendo il carico vicino al fulcro (la sinfisi pubica) praticamente è come se non ci fosse per niente!
CRUNCH ALLA SBARRA
Si tratta di un esercizio estremamente difficile ed è per questo riservato agli atleti avanzati, con muscoli addominali e dell'anca forti. Se si riesce nell'impresa di farlo è molto produttivo per un ottimale sviluppo degli addominali.

Esecuzione: appendersi alla sbarra, da una altezza tale da non toccare per terra, magari utilizzando il trucchetto delle mani, una prona e l'altra supina, per evitare l'ondeggiamen­to. A questo punto inspirare e sollevare il gruppo bacino-gambe avendo cura di tenere le gambe leggermente piegate. Arrivare al punto in cui le gambe formano una L con il corpo, provare a stare fermi in contrazione isometrica in questa posizione (è molto duro), poi rilassarsi e ritornare lentamente nella posizione iniziale. Non andate troppo in alto e abbia­te cura di non tenere le gambe dritte, in modo da non far lavorare troppo i muscoli del­l'anca.

CRUNCH A LIBRETTO
Secondo l'elettromiografia, questo sarebbe l'unico esercizio in grado di coinvolge­re in modo importante sia la fascia alta sia quella bassa del retto addominale. In effetti il movimento è l'unico che richiede l'avvicinamento del bacino al torace che viceversa. Anche questo non è di facile esecuzione (anche se non come quello alla sbarra) ed è quindi riservato agli atleti avanzati

Esecuzione: posizionarsi sopra una normale panca regolabile in posizione orizzontale. Sedersi e prepararsi a usare le braccia come un ideale contrappeso per il bilanciamento. A questo punto inspirare, piegare leggermente le gambe e avvicinare contemponearamente busto e gambe verso un ideale punto centrale di incontro. Espirare e ritornare nella posi­zione di partenza e ripetere.
Esercizi complementari
CRUNCH
Esercizio di buon valore, ma decisamente sopravvalutato a causa della diffusa tendenza al terrore delle ormai innumerevoli linee guida che imperversano nelle sale di aerobica. Sembra ormai che tutto faccia male, squat, stacco, sit-up e chis­sà cos'altro nel futuro. Sicuramente i loro esercizi saranno molto sicuri, ma il livello di efficacia, andando avanti così, sarà molto presto vicino allo zero. Comunque il crunch è un ottimo esercizio in caso di soggetti con problemi alla schiena in quanto non sottopone a stress i flessori dell'anca (che hanno rappor­ti con le ultime vertebre lombari).
Esecuzione: la posizione di partenza è la stessa del sit-up eccetto per il fatto che la fles­sione del tronco in avanti è limitata ai 15-20° (anche se poi il retto addominale, a seconda della flessibilità, si accorcia anche di 30-45°), permettendo di sollevare così soprattutto testa e spalle.
CRUNCH INVERSO
Ottimo esercizio per diversificare il lavoro addominale, visto che alla lunga fare sem­pre il sit-up o il crunch senza peso potrebbe annoiare. L'elettromiografia ha messo in evidenza il fatto che tale esercizio può maggiormente coinvolgere la parte inferiore del­l'addome. Tuttavia non considererei la cosa decisiva, in quanto non ci può illudere che il crunch inverso possa eliminare il grasso sovrastante, in quanto come già detto, solo la dieta e/o l'attività aerobica possono farlo. La differenza di intervento tra la parte alta o bassa degli addominali a seconda degli esercizi, può avere una certa importanza nella pratica atletica, ma solo a livello accademico nel body building.

Esecuzione: sdraiarsi sul dorso, tenere le braccia lungo il corpo facendo attenzione a tenere il palmo delle mani verso il basso. Sollevare le gambe assieme al bacino fino a por­tare le cosce nella posizione di partenza, cioè in orizzontale. A questo punto inspirate e sol­levate ancora le gambe assieme al bacino facendo attenzione a fare questo movimento in modo univoco, pensando alle cosce come un peso aggiuntivo e non come oggetto di movi­mento. Arrivate fino al punto in cui le anche non abbiano più un punto di appoggio sul ter­reno, avendo sempre cura di tenere le gambe ben chiuse e di spingere le mani verso il basso per aiutare l'operazione. La fase finale dovrebbe vedere le ginocchia vicine al tora­ce, con testa e spalle rilassate, poi un attimo di sosta e ritornare nella posizione iniziale espirando. Fermarsi un secondo e ripartire.

giovedì 18 aprile 2013

Esercizi addominali


In medicina è  ormai note  la pericolosità del grasso addominale. Mentre l’adipe femminile localizzato su fianchi e cosce, non rappresenta un serio pericolo per la salute, quello maschile, e circoscritto alla sede addominale, è un vero killer, in quanto la sua presenza accresce le probabilità che si possano sviluppare patologie cardiache, vascolari o metaboliche. Ecco alcuni esercizi per rimettersi in forma.
Ginocchia al petto Muscoli in azione: addominali bassi. Posizione di partenza: sdraiatevi, braccia distese lungo i fianchi. Gamba destra flessa in alto, sinistra piegata. Sollevate la punta del piede. Movimento: espirando, avvicinate il ginocchio destro al petto. Inspirando al ritorno. Al termine, eseguite con l'altra gamba.Nel ritorno non portate la gamba al suolo: potreste inarcare la schiena. una pompa per l'acqua. 

Gomiti al ginocchio:Muscoli in azione: addominali alti e obliqui. Posizione di partenza: sdraiatevi, mano sinistra dietro la nuca, gomito in  fuori, braccio destro disteso all'altezza della spalla. Punta dei piedi sollevata. Movimento:espirando avvicinate la spalla sinistra al ginocchio destro. Inspirate nel ritorno. Al termine, eseguite dalla parte opposta. Attenzione a: schiena aderente al suolo. Non operate alcuna pressione sulla nuca con la mano. Concentrazione: durante la torsione del busto immaginate di allontanare un oggetto con la spalla. 

Sollevare capo e spalle: Muscoli in azione: addominali alti. Posizione di partenza: sdraiatevi, gambe piegate e aperte alla larghezza del bacino, braccia distese lungo i fianchi. Punta dei piedi sollevata. Movimento: espirando, sollevate il capo e le spalle. Inspirate nel ritorno. Attenzione a non sollevare il busto oltre le scapole. Mantenete la schiena aderente al suolo. Concentrazione: immaginate i vostri addominali come se fossero una spugna da strizzare e poi rilasciare.

Sollevare capo-spalle:Muscoli in azione: retto dell'addome. Addonainali alti. Posizione di partenza: posate una dopo l'altra le gambe unite sulla  sedia in modo da formare un  angolo di 90 gradi tra le cosce e il busto, piedi a martello. Mani dietro la nuca, gomiti in fuori. Movimento: espirando sollevate un po' il capo e le spalle. Inspirate nel ritorno. Attenzione a: tenete la schiena aderente al suolo. Non sollevate le spalle oltre le scapole. Concentrazione: immaginate che i vostri muscoli addominali siano ma spugna da strizzare e poi rilasciare.

Muscoli in azione: retto dell'addome e obliqui. Posizione di partenza: posate una dopo l'altra le gambe unite sulla sedia in modo da formare un angolo di 90 gradi tra le cosce e il busto, piedi a martello. Mani dietro la nuca, gomiti in fuori. Movimento: espirando, avvicinate la spalla sinistra al ginocchio destro. Gomito destro aderente al suolo. Inspirate nel ritorno. Al termine delle ripetizioni eseguite il tutto dalla parte opposta. Attenzione a: non intrecciate le dita delle mani: potreste creare tensione al collo. Mantenete sempre un gomito a terra. Concentrazione: durante la torsione del busto, immaginate di voler allontanare un oggetto con la spalla. 


Ginocchia al petto Muscoli in azione: addominali bassi. Posizione di partenza: posate una dopo l'altra le gambe unite sulla sedia in modo da formare un angolo di 90 gradi tra le cosce e il busto, piedi a martello. Mani dietro la nuca, gomiti in fuori. Movimento: espirando, sollevate leggermente il capo e le spalle e allo stesso tempo avvicinate le ginocchia al petto. I glutei rimangono al suolo. Inspirate nel ritorno. Attenzione a: non alzate il busto oltre la linea delle scapole. Assicuratevi che la zona bassa della schiena, ovvero quella lombare sia sempre aderente al suolo. Concentrazione: immaginate come se voleste chiudervi in un dolce abbraccio

venerdì 12 aprile 2013

La ripresa dopo un lungo stop

Finalmente è arrivato l’ 11 aprile, data nella quale mi hanno tolto i punti di sutura legati al piccolo intervento dermatologico legato alla prevenzione del Melanoma. A dirla tutta non mi hanno mai dato fastidio e volendo avrei potuto continuare con la normale attività fisica, senza perdere 15 giorni di allenamento e rischiando di compromettere lo stato di forma. Non potendomi allenare quindi, la mia preoccupazione maggiore è stata quella di contenere il peso curando in modo particolare l’alimentazione, cosa non facile visto il grande appetito registrato nei primi giorni di allenamento. Adesso però è il momento di riprendere ad allenarsi e lo farò riprendendo le schede che avevo utilizzato durante l’ultimo periodo di allenamento. Utilizzerò i due giorni successivi all’asportazione dei punti di sutura per permettere un completo reintegro della ferita per poi sfruttare il week and per riavvicinarmi alla pratica sportiva, magari praticando un po’ di trekking. Detto questo si riparte!

giovedì 28 marzo 2013

Melanoma


Quando tutto fila liscio, prima o poi arriva qualche sorpresa. Così, nemmeno a farlo a posta, ecco che sono incappato, per mia fortuna, in un piccolo intervento chirurgico che mi terrà fermo fino all’undici Aprile. Si tratta dell’esportazione di un neo a seguito del controllo annuale di verifica del melanoma. Come dicevo è solo un taglietto, quindi niente di preoccupante, ma i tre punti di sutura che mi hanno dato per ricucire la ferita mi obbligano al più completo riposo. Il taglio si trova sul fianco sinistro nella zona lombare e di per se non mi da ne dolore ne fastidio. Volendo potrei anche rischiare e continuare ad allenarmi ma credo non sia una scelta saggia. Meglio riposare e aspettare; il solo pensiero che mi si possano aprire i punti non mi fa dormire la notte. Tra l’altro anche il dermatologo che mi ha in cura si è raccomandato in tal senso. Detto questo colgo l’occasione per invitarvi ad eseguire uno screening dermatologico in ospedale o all’interno di una struttura privata per accertarvi che sia tutto a posto. La visita dura pochissimi minuti e se non ci sono nei sospetti si conclude all’istante. Se invece si dovessero rilevare nei dalla forma irregolare è doveroso farsi asportare il neo ed eseguire una biopsia. L’intervento dura 5 minuti e grazie all’anestesia locale è praticamente indolore. Fidatevi non sottovalutate il melanoma e se avete tempo eseguito il controllo.

mercoledì 27 marzo 2013

Intensità di allenamento

Una delle cose più aberranti che il "4 x 10" ha provocato, è sicuramente l'incapacità di interpretare bene COME e CON CHE PESO si devono effettuare le serie. Questo è dovu­to al fatto che quando un atleta vede la scheda e sa che deve fare 4-8 esercizi per 3-4 serie da 10-12 ripetizioni, si guarda bene da spingere adeguatamente le prime serie in quanto, istintivamente, tende a risparmiarsi per poter comunque arrivare alla fine della scheda. Normalmente quando si trova all'ottava o alla nona ripetizione, appena sente un accenno di acido lattico, fa la decima con una composta smorfia di dolore, e via verso gli appoggi della panca! Ne poteva fare benissimo magari anche 4 o 5 in più, ma sulla sche­da c'è scritto 10 e quindi... In realtà, come più volte ripetuto in questa sede, quello che conta non è tanto il numero e quindi il volume delle serie ma l'intensità con cui vengono svolte.  Il metodo delle percentuali si basa sul fatto che l'allievo vede sulla scheda non 8-6-4, ma 75%-77,5%-80% del massimale (corrispondenti in linea di massima al nostro pira­midale) e quindi dovrebbe essere costretto a fare il massimo delle ripetizioni possibi­li. Infatti vedendo 8-6-4, state pur certi che psicologicamente molti si legano a quei numeri e si fermano ad 8, a 6 e a 4 anche se le loro unità motorie hanno ancora parec­chie cartucce da Sparare. Vi posso assicurare che è quello che succede ancora nella maggioranza delle pale­stre a causa dell'ignoranza e dell'approssimazione. Inoltre, come alcuni di voi avran­no già notato, solo la prima serie corrisponde esattamente alle tabelle canoniche delle relazioni percentuali del massimale/ripetizioni, in quanto se si forza in maniera otti­male la prima serie al 75% (8-9 rip., per esempio con un massimale di 100 kg) è estre­mamente difficile aggiungere altri 5 kg, aspettare 2 minuti, e farne 6-7 (che corrispon­dono in teoria all'80%). Quindi proprio perché non si forzava al massimo, seguendo i dettami del classico piramidale, nel passato si poteva sviluppare la serie in questo modo, cioè se nella prima serie venivano fuori 8 ripetizioni, si mettevamo 2,5 kg e aspettavamo circa due minuti e probabilmente ne venivano 6, altri 2,5 kg e altri due minuti di pausa e ne usci­vano 4. Mettiamo il tutto in tabella: 


Ma proprio l'incremento dell'intensità intrinseco della proposta una-tre serie mas­simo, ha radicalmente cambiato e sicuramente sorpassato questo tipo di approccio. Infatti l'osservazione di centinaia di atleti che hanno eseguito il B.I.I.O. ha dimostrato che il piramidale, così come ci è stato insegnato, non ha alcun senso, né logico né pra­tico. Infatti, se l'allievo, come abbiamo già accennato nel corso del tempo, riesce a dare il massimo ad ogni serie, prima, seconda o terza che sia, il risultato non può che essere simile a questo: 

  
 In pratica, arrivando al massimo esaurimento già dalla prima serie, si accumula un tale carico di fatica neuro-muscolare, che non solo non permette un aumento di carico nella serie successiva tale da raggiungere il numero di ripetizioni previste (in questo caso 6), ma anche mantenendo lo stesso peso della prima serie, molte volte non si riesce a rag­giungere né le 6, né tantomeno le 4 ripetizioni previste successivamente. È la fine del pira­midale, almeno come è stato fino a adesso interpretato.