mercoledì 29 giugno 2016

Il Glicogeno negli sport di durata

I giorni che precedono un evento sportivo di endurance sono giorni molto importanti, soprattutto dal punto di vista alimentare, dato che l'organismo dell'atleta dovrà essere nelle condizioni di maggior efficienza, nel momento del massimo sforzo. Sulla base di questa considerazione, i preparatori, dovranno porre molta attenzione alle fonti di energia assimilate dai loro atleti,  nei giorni a ridosso la competizione; ricordando sempre che, il nostro organismo trae energia dal glicogeno dei muscoli e del fegato, dalle riserve di grasso e dai carboidrati esogeni.

Il glicogeno rivolge nell'economia e nell'efficacia dello sforzo sportivo, un'importanza a dir poco rilevante. Si è notato, infatti, che in prove di endurance superiori ai 90', si ha un decadimento prestativo al calare delle riserve di glicogeno nei muscoli. Ecco quindi spiegata la notevole importanza del glicogeno nella dieta di un atleta di resistenza. Per farla molto semplice, il glicogeno è un composto formato da molte molecole di glucosio, che vengono prelevate una ad una dai muscoli per utilizzarlo a livello mitocondriale. Per evitare cali prestazionali, occorre che i livelli di glicogeno non si abbassino prima della fina della competizione e per farlo occorre partire con il serbatoio di glicogeno al massimo. Per alzare i livelli di glicogeno un atleta può intervenire su tre fattori: livello della preparazione (il livello di glicogeno e livello di preparazione sono direttamente proporzionali), riducendo gli allenamenti superiori ai 90' nella settimana che precede la gara e infine con l'alimentazione.

Il rischio di iniziare una competizione di resistenza, con basse scorte di glicogeno, è quello di incappare in una vera e propria crisi durante lo svolgimento della gara. Con le scorte di glicogeno al minimo scatta immediatamente la crisi, con i muscoli che a questo punto non riescono nemmeno più a trarre energia dai grassi, dato che la lipolisi è attivato dagli zuccheri.

lunedì 20 giugno 2016

Errori alimentari


Ecco alcune regole che ogni sportivo dovrebbe seguire:
  • evitare i cibi ricchi di grassi trans saturi
  • evitare cibi ad alto indice glicemico
  • evitare gli alcolici
  • consumare alimenti ricchi di fibre

I grassi: partiamo con il dire che  non è vero che tutti i grassi sono nocivi per la salute. Quello che fa male alla salute è mangiare una quantità eccessiva di determinati grassi e una quantità insufficiente di altri: i grassi alimentari infatti hanno sul nostro organismo un impatto molto differente. Alcuni fanno bene come l'olio extravergine di oliva o l'olio di pesce. Tra i grassi non salutari troviamo i grassi saturi, solidi a temperatura ambiente e abbondanti nel grasso dei mammiferi. Anche i grassi trans non sono certo grassi buoni e si formano quando gli oli vegetali sono sottoposti al processo di idrogenazione, che gli rende soldi, causando contemporaneamente due effetti negativi: l'aumento del colesterolo cattivo LDL e la dominazione del colesterolo buono HDL. Infine abbimo i grassi derivanti dalla friturai o cotti troppo a lungo, che formano la acroleina una sostanza tossica per il fegato è irritante per la mucosa gastrica e altre molecole che implicano un processo di detossificazione impegnativo per il nostro organismo.

Gli zuccheri: il consumo di grandi quantità di zucchero non è salutare, come non lo è  quello dei carboidrati ad alto indice glicemico quali pane e grissini, biscotti, riso, cereali per la colazione e patate. Per indice glicemico si intende la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di un alimento. Esiste un altro indice ancora più importante: quello del carico glicemico che oltre a tenere conto della qualità dei carboidrati contenuti negli alimenti, considera anche la loro quantità, infatti, moltiplicando la quantità di carboidrati presente nel cibo per il suo indice glicemico e dividendo per cento, si otiene il carico glicemico. In conclusione se si consumano elevate quantità di carboidrati ad alto indice glicemico, si verificherà un notevole aumento della glicemia, con un conseguente  rilascio di insulina.

Le fibre: sono benefiche per l'organismo e anche se si ritiene che le fibre siano utili solo per migliorare l'efficienza dell'intestino, in realtà sono utili da molti punti di vista: aumentano il senso di sazietà, riducono i livelli di colesterolo, il rischio diabete, di malattie cardiovascolari e tumori intestinali. Fondamentalmente poi, la loro capacità di diminuire l'indice glicemico rallentando la digestione e l'assorbimento dei cibi ad alto contenuto di carboidrati.

L'alcool: I problemi dall'assunzione di grandi quantità di alcol sono  noti e i disturbi al fegato, cervello, al cuore ed altri organi, dovuti all'assunzione cronica di alcol, costituiscono un problema sociale gravissimo. L'abitudine al consumo di alcool genera una diminuzione della massa muscolare e un maggiore rischio di incorrere in  infortuni e malattie infettive a causa della ridotta resistenza immunitaria. Se si assumono regolarmente troppi alcolici, a poco a poco, l'efficienza fisica peggiora,  impedendo di mantenere buoni livelli di prestazione sportiva. Infine, se assunto nelle ore che precedono lo sforzo, l'alcool, da un lato aumenta l'eliminazione di acqua e sali minerali con l'urina, dall'altra agisce direttamente sul sistema di termoregolazione, favorendo la dispersione del calore corporeo.


venerdì 17 giugno 2016

MagneticDays fa la differenza!!

In queste giornate di fine primavera, il tempo, è stato a dir poco inclemente con chi ama la biciletta e le lunghe pedalate all'aria aperta. Brutto tempo e piogge continue hanno compromesso i progetti di molto ciclisti che, come me, ambivano, con l'arrivo della bella stagione, ad aumentare il numero delle uscite settimanali. Ieri, fortunatamente, il meteo è stato clemente ed anche se nell'aria si percepivano i preludi di un temporale che di li a poco si sarebbe abbattuto su Siena, ho avuto modo di poter uscire in un umido pomeriggio di giugno. Sono uscito sul solito percorso di sempre, 42 km di tracciato collinare, dopo essermi allenato con ben 20 sedute sopra MagnetiDays: 2 volte a settimana con allenamenti di 60 minuti.
Salto in sella e inizio a pedalare in modo tranquillo. Il traffico di Siena mi impedisce di andare più forte. La gamba però risponde bene, è completamente diversa da quella della scorsa estate. Forse sarà solo suggestione. Finalmente inizia la campagna e con il traffico alle mie spalle, posso iniziare a spingere sempre di più. Passano i kilometri e le gambe girano con una facilità mai vista prima, tanto che sorrido nell'affrontare la prima salitella, uno strappetto di 400 metri. Non mi sembra vero, la sto affrontando ad una velocità e ad una frequenza di pedalata impensabili solo qualche mese fa. Passano i kilometri e le buone sensazioni restano, tutti i riferimenti di rapporti e velocità dello scorso anno sono da buttare. È come se in sella ci fosse un'altra persona, con caratteristiche di potenza, frequenza e agilità completamente differenti dal Davide di  12 mesi fa. Incredibile.
Finite le salite inizia un tratto pianeggiante di circa 5 chilometri, l'ideale per testare il mio nuovo motore. Impugno il manubrio nella parte bassa e pancia a terra tiro il rapporto più lungo. Il vento fischia nelle orecchie, curvo a destra e a 1 kilometro da me vedo un altro ciclista. Lo voglio raggiungere. Raccolgo tutte le energie e inizio l'inseguimento. Si avvicina sempre di più e le gambe reggono lo sforzo. Manca poco. Gli sono a ruota e lo passo! Ancora una volta rimango impressionato dai progressi avuti con l'allenamento di MagneticDays. Da non credere. Contento come un ragazzino proseguo per tornare a casa, stanco ma felice. Felice di avere a disposizione la stazione allenante MagnetiDays.

martedì 31 maggio 2016

Pedalare bene - Zeno Zani


Chi avrebbe mai pensato che dentro ad un piccolo libretto come questo i nascondessero grandi concetti. L'apparenza questa volta mi aveva ingannato, portandomi a giudicare questo libro, come si dice, solo dalla copertina. In effetti il manuale non si presenta come un testo voluminoso e generoso nell'aspetto, tanto da non incutere nessun timore reverenziale in chi lo legge. È semplice sia nella forma che nella sostanza ma mai banale. So parlando della nuova edizione, rivista e migliorata, del libro di Zeno Zani "Pedalare Bene", edito da EdicicloEditore e ristampato nel 2015, ad un prezzo di 14.50 Euro. Nelle pagine scritte da Zeno Zani, la forma diventa sostanza. Semplice, rapida, di facile comprensione e, di conseguenza, rapida. Senza troppi fornzoli, Zani, arriva dritto al punto, centrando l'obiettivo e dando sempre la risposta più semplice alle mille domande che affliggono il cicloamatore. Il posizionamento in bicicletta, la scelta del telaio e dei componenti, il gesto e l'uso sequenziale del cambio, sono solo alcuni dei temi trattati in questo testo.
Questo testo si basa su nuove esperienze tecniche e tattiche, proponendosi di diffondere un modo di pedalare innovativo, più efficace e meno faticoso. Esso si basa su forze fisiche poco sfruttate che aiutino a razionalizzare e a prevenire i problemi tecnici specifici del ciclismo sportivo. Codificando la pedalata, il cambio dei rapporti, la componentistica e la postura specifica, si ottengono sensibili miglioramenti e una riduzione dell'affaticamento.

"Pedalare bene" per ottenere prestazioni soddisfacenti senza accusare disturbi nemmeno dopo lunghi percorsi a tutte le età. Modificando la parte motrice della bicicletta e la dinamica della pedalata si migliorano le prestazioni o si riduce la fatica muscolare. Componentistica, postura e telaistica devono incrementare questi miglioramenti e garantire nel tempo comfort, guidabilità, accelerazione e tenuta in scia. Questo manuale, frutto dell'esperienza del dott. Zani nella cura dei disturbi posturali con metodi ergonomici, fornisce nuove soluzioni tecniche e tattiche ai quesiti comuni fra gli appassionati e gli operatori del settore.


venerdì 27 maggio 2016

Perchè facciamo sport?


Non è semplice rispondere ad una domanda del genere, dato che lo motivazioni sono molteplici e variabili da individuo ad individuo. L'attività sportiva si può praticare a tutte le età , ma la risposta fisica nelle varie età non è chiaramente la stessa . E chiaramente anche la tipologia di allenamento non può essere la stessa nelle varie età . Lo sport comunque crea a tutte le età benefici nel nostro organismo che ritroveremo fino in età avanzata oltre che lavo- rare su tanti aspetti psicologici di non minore importanza .
Partiamo con il dire che lo sport non dovrebbe mai mancare nella vita di ognuno di noi, dato che ci far star bene con noi stessi e di conseguenza con gli altri. Già da bambini, o meglio da piccolissimi, attraverso il gioco, pratichiamo una forma molto infantile e primordiale di sport, dove però possiamo distinguere alcuni tratti distintivi di alcune attività sportive che praticheremmo in altre età: divertimento, dispendio energetico e stanchezza. Con il progredire dell'età spesso e volentieri, molti pediatri consigliano ai giovani genitori di portare i propri figli a praticare qualsiasi tipo di sport, dato che in età prescolari basta muoversi e fare attività per stare bene. Fare sport da bambini allontano il rischio di svolgere pratiche malsane che con l'avanzare del tempo potrebbero portare problemi al bambino, come la sedentarietà e l'obesità. In una società come la nostra, volta al consumo, anche i bambini sono visti come una fonte di buisness: basti pensare alle innumerevoli pubblicità di merendine e dolcetti che abbondano in tv e non solo. Solo verso i 6-7 anni si potrà pensare di indirizzare il bambino, a secondo delle sue attitudini e delle sue preferenze, verso uno sport (il nuoto è uno dei migliori a questa età).
Fare sport è indispensabile anche durante l'adolescenza, dato che migliora l'autostima e previene disturbi legati ad ansia e depressione, favorendo i rapporti sociali oltre che una migliore mobilità e postura. L’adolescenza è il periodo del cambiamento,  della metamorfosi, il momento in cui ci si accorge di essere diversi e si sente il bisogno di essere diversi. In questa metamorfosi entra in gioco anche la paura, la paura di non piacere e di non piacersi. La buona riuscita nello sport dovrebbe diventare uno stimolo per valorizzare la capacità dell’adolescente, comprese quelle sociali.   Possiamo  concludere che negli adolescenti  il gioco-sportivo può influenzare  profondamente almeno tre sfere dello sviluppo:  la sfera dello sviluppo corporeo; la sfera dello sviluppo della personalità; la sfera delle relazioni sociali. La pratica sportiva giovanile  – con educatori/allenatori capaci di cogliere questa opportunità -  potrebbe essere un formidabile mezzo per sviluppare negli adolescenti una serie di caratteristiche positive: la capacità di affrontare e superare difficoltà; la consapevolezza delle proprie possibilità; l'autonomia; la motivazione; la capacità di collaborare con gli altri.
Il 30° anno coincide con l’inizio di una progressiva riduzione ed efficienza delle funzioni fisiologiche in genere: in linea generale il metabolismo basale  e l’efficienza cardiocircolatoria e respiratoria e altre importanti funzioni fisiologiche si abbassano di circa l’1% l’anno. Il progressivo abbassamento del metabolismo basale comporta un più facile accumulo di grasso sottocutaneo. Diminuisce la gittata cardiac) di circa l’1% l’anno. Il cuore tende a rispondere allo sforzo aumentando solo il numero di pulsazioni e non anche il volume. L’invecchiamento del collageno e dell’elastina tende ad indurire le arterie determinando un innalzamento della pressione arteriosa e, di conseguenza, un sovraccarico funzionale del cuore. I polmoni perdono elasticità e diminuiscono la loro capacità vitale. Diminuisce, di circa l’1% l’anno, anche il VO2 max. Le possibili alterazioni dei capillari polmonari portano ad un progressivo minor scambio tra ossigeno ed anidride carbonica. Questo fatto va a scapito dello scambio nutritivo ottimale a livello dei tessuti del corpo, specialmente del sistema nervoso nel quale vi è una perdita di neuroni e una diminuita produzione di neurotrasmettitori. Quindi riduzione della reattività e della coordinazione motoria. I muscoli cominciano a perdere il loro trofismo, aumenta il tessuto fibroso e diminuisce il numero di fibre muscolari.  Si deteriora il collagene, costituente fondamentale dei tendini muscolari e dei legamenti articolari. Tutto questo rende la muscolatura meno forte e meno elastica. Le cartilagini articolari si assottigliano. Le articolazioni possono calcificarsi ed erodersi mentre la perdita di massa ossea fa perdere elasticità allo scheletro. Possono quindi instaurarsi delle accentuazioni delle normali curve della colonna vertebrale. Un’attività fisica ben programmata in funzione dell’età e della condizione fisica può contenere “l’aggressione” del tempo sia sul fisico che sulla psiche.

Negli anziani l'attività sportiva può essere di aiuto nella prevenzione delle malattie dell'apparato muscolo - scheletrico. Un'attività fisica rallenta il processo di invecchia - mento dello scheletro. Indipendentemente dall'età risulta che una vita fisicamente attiva rispetto alla vita sedentaria si correla ad una maggiore massa ossea. Questo vantaggio permane dall'età dello sviluppo fino ed oltre gli 80 anni .


lunedì 23 maggio 2016

Calcolare l'altezza di sella


All'interno della catena cinematica muscolare il livello di sella è fondamentale sia per il rendimento meccanico che metabolico muscolare. I muscoli degli arti inferiori per una legge fisiologica possono comportarsi in modo più o meno efficace a seconda del range di lunghezza lungo il quale sono attivati. Se nella fase 1 di appoggio e spinta i muscoli, sono eccessivamente allungati ho accorciati, la loro azione contrattile ha una efficienza ridotta ; contemporaneamente variando gli angoli si modificano le leve che i muscoli azionano nelle grandi articolazioni. Il valore di altezza di sella oltre a variare l'angolo di spinta modifica indirettamente anche l'orientamento del piatto pedale. Valore di sella elevati determinano una maggiore estensione della gamba sulla coscia: in sintesi, una altezza di sella elevata determinano un angolo di spinta ottimale nella zona alta della fase 1, tra i 50°  e i 100° gradi e un orientamento in avanti e in basso del piatto pedale, con una compressione virtuale della pedivella che disperde energia; al contrario una altezza di sella bassa esercita un angolo di spinta ottimale nella zona bassa della pedalata, tra i  90° e i 150° con un orientamento all'indietro ed in basso del piatto pedale dovuta al crollo del tallone. Questo tipo di problematiche non riguarda solo l'atleta di elevata performance ma anche il semplice cicloturista che beneficiando di un rendimento ottimale può terminare l'allenamento meno affaticato e senza disturbi ai muscoli e ai tendini. Uno dei metodi più usati per determinare la giusta altezza di sella è quello di calcolare il 107% della nostra altezza cavallo. Con questo metodo potrete avere il miglior rendimento metabolico sia che facciate parte dei ciclisti di endurance, sia che facciate parte dei cicloamatori. Il dottor Pruit ha definito l'angolo statico di estensione massima del ginocchio, come quel valore angolare entro il quale l'articolazione lavora in condizioni fisiologiche ottimali, senza stressare le strutture tendine cartilagine. Bernard Hinault, nel suo testo "Ciclismo su strada" ci consiglia di utilizzare il coefficiente 0,885 per l'altezza del cavallo , in modo da ottenere l'altezza di sella dal centro del movimento lungo il tubo piantone fino alla sommità della sella.





tratto da un articolo di Zeno Zani

martedì 17 maggio 2016

Magneticdays, il super rullo che ti rende felice!

Stamattina il tempo era variabile: nuvole, pioggerellina e sole a sprazzi. Insomma la classica giornata in cui potrebbe succedere di tutto. Mi affaccio alla finestra e penso se sia il caso uscire rischiando di bagnarmi per la strada. L'indecisione dura solo un attimo, solo il tempo di staccare la ruota posteriore dalla mia bici per montarla su MagneticDays. Mi cambio e indosso i pantaloncini con il fondello più comodo, mi allaccio la fascia cardio della Garmin al petto e  indosso scarpe e calzini: sono pronto. Non mi resta che collegare MagneticDays al pc e salire in sella. Inizio a pedalare e verifico il funzionamento di tutti i sensori: cardio, watt, newton, frequenza di pedalata e tempo. Lo schermo del pc si colora di dati, numeri e secondi. Inizio a pedalare, le gambe girano e parte l'allenamento. Un ora di sudore, passione, scienza e allenamento ai massimi livelli. Il cuore pompa, i battiti aumentano, la temperatura corporea sale e il mio corpo cerca di regolarla con il sudore, tanto sudore. Senza nemmeno accorgermene sono diventato mezzo uomo e mezzo macchina, una nuova figura mitologica della modernità. Anzi una figura mito-tecno-logica. In parte uomo, in parte macchina, in parte elettronica. Questo è Magneticdays! Oggi il mio allenamento dura 58 minuti e 34 secondi (i ragazzi della Gobat sono precisi): riscaldamento, mix, agilità, forza, ritmo naturale e progressioni. Tremende e a volte inarrivabili le progressioni spingono il mio cuore al limite e anche oltre: salgono i watt e di pari passo il cuore in una rincorsa inesorabile verso nuovi limiti, il mio nuovo limite. Durante la prima progressione veloce sfondo i 300 watt e poi mollo, precipito a 40 pedalate al minuto e inizia il recupero. L'asticella del mio limite è stata superata! Il duro lavoro con MagneticDays da i suoi frutti.  Per me che sono una mezza cartuccia in bici è un dato impressionante. L'allenamento prosegue, altre due progressioni veloci e poi basta. Arriva l'agognata fine. Il sudore mi cala sugli occhi annebbiandomi la vista, il cuore rallenta e i polmoni, avidi di ossigeno, irrorano il mio sangue. Scendo dalla bici. Scarico il grafico, invio l'allenamento sul cloud e scrivo al mio coach. Infine la doccia. Mi sento in splendida forma, ho pedalato un ora facendo solo e ripeto solo, qualità. L'allenamento è andato bene, MagneticDays non racconta bugie, non è capace. Ho toccato i 300 watt in progressione e sono contento. Grazie MagneticDays, sono felice :)

martedì 26 aprile 2016

THE PROGRAM – DAVID WALSH


Al giornalista irlandese David Walsh qualcosa non era mai andato giù dei boom improvvisi di buoni atleti e piccoli campioni, diventati di colpo monumenti dello sport mondiale. Uno per tutti, in particolare, il ciclista americano Lance Armstrong, il cui successo si deve ad un cinico progetto illecito di potenziamento esponenziale delle capacità agonistiche: “The program”, titolo del libro di David Walsh (di recente proposto in Italia da Sperling & Kupfer, 420 pagine, 18,90 euro), dal quale è stato tratto il film omonimo di Stephen Frears, con Ben Foster e Dustin Hoffman. Prima del 1999, Armstrong aveva disputato quattro Tour de France, dimostrandosi un corridore valido, ma mai tanto da far pensare che un giorno sarebbe stato capace di vincerne sette di seguito. Infatti, per farlo ha dovuto dare vita alla più impenetrabile campagna scientifica di doping applicato allo sport.
Walsh ha cominciato a sospettare dal primo Tour vinto da Lance, ma la conferma dei dubbi è arrivata solo nel 2012, con la conseguente revoca di tutti i successi e, quel che è peggio, con la pesante ammissione da parte di Armstrong. Per campioncini e gregari non c’era scelta: solo entrando nel programma si poteva far parte di una formazione famosa, vincente e generosa con i suoi ciclisti. Il doping era diffuso nel mondo del ciclismo internazionale anni ’80-’90, mai però pianificato scientificamente come nel caso di Armstrong: Epo e poi autoemotrasfusione, più un larghissimo uso di sostanze per coprire le tracce e risultare immacolati ai controlli antidoping. Fin dal Tour del 1999 Walsh aveva quindi cominciato a dubitare delle performance inedite del texano. Cinque anni prima, il giovane Lance, promettente campione in prospettiva, aveva accusato un pesante distacco nei 6,8 chilometri del prologo a cronometro in Vandea. Quell’anno, invece, nonostante la chemioterapia affrontata per sconfiggere il tumore ai testicoli, Armstrong aveva stracciato perfino il miglior risultato sullo stesso percorso di un grandissimo delle corse contro il tempo, come Miguel Indurain. Nelle tappe successive, era diventato all’improvviso perfino uno scalatore imbattibile. Nasceva più di una gelosia, ma si alimentava contemporaneamente il mito del Tour della rinascita dagli scandali doping del 1998, una resurrezione legata ad un campione “rinato” dal cancro e capace di attrarre sulla corsa francese l’attenzione dei grandi media americani.




tratto da : http://www.sololibri.net/The-program-David-Walsh.html


venerdì 22 aprile 2016

Rapporto Peso Potenza nel Ciclismo



L’uomo è una macchina da circa 80 watt: cuore, polmoni,  cervello e cellule si "attivano" grazie a questi 80 watt. Quando pedaliamo, il nostro corpo genera altra potenza a spese delle nostre scorte energetiche assimilate con il cibo. Il termine WATT nel ciclismo è riferito a quanta potenza l’atleta esprime durante un lavoro specifico: i watt sono quindi la potenza di uscita del ciclista e rappresentano un dato importantissimo. Per questo tutti i professionisti e molti amatori, ricorrono all’utilizzo di strumenti in grado di misurare la potenza per gestire e ottimizzare il lavoro da svolgere. Allenarsi con il cardiofrequenzimetro sta diventando un concetto superato, dato che si va a leggere la misura dell’effetto dell’allenamento svolto (carico interno) che è influenzato da molteplici variabili. Il misuratore di potenza invece è la misura oggettiva del lavoro che si sta realmente svolgendo (carico esterno), la forza che si sta imprimendo sul pedale moltiplicato la  velocità di rotazione delle pedivelle (semplificando). Lo sviluppo della potenza nel ciclismo risulta molto importante nei seguenti casi: gare con frequenti e ripide salite, scatti per staccarsi dal gruppo o per inseguimenti, arrivi in volata, dove è richiesta la massima velocità possibile. In tutti questi casi, l'allenamento di potenza risulta di fondamentale importanza, anche se non bisogna sottovalutare i tempi di recupero; per recuperare completamente tra una seduta di potenza e l'altra è necessario un periodo di tempo piuttosto lungo (almeno 3 giorni).

Il rapporto peso potenza è la legge aurea dei ciclisti e proprio su questo semplice rapporto si possono vincere o perdere competizioni importanti. Proviamo a capire di cosa si tratta, prendendo ad esempio due ciclisti di diverso peso, potenza e massa:


Ciclista 1 peso di 59 kg – potenza alla soglia anaerobica 250 Watt, rapporto peso potenza di: 250/60= 4.17 W/Kg

Ciclista 2 peso di 75 kg – potenza alla soglia anaerobica di 400 Watt, rapporto peso potenza di: 375/75= 5 W/Kg

Sulla base di questi valori, possiamo dire in maniera indicativa che, l’atleta di 59 kg, in virtù di quei 4.17 W/Kg, andrà più forte su salite lunghe e impegnative, mentre il secondo, grazie ai suoi 375 Watt, se la caverà meglio nelle cronometro di pianura. Come gli appassionati di ciclismo sanno da anni, i grandi campioni si misurano in salita ed è sulle salite che si è fatta la storia di questo sport. Un grande ciclista se vuole vincere il Giro o il Tour, deve fare la differenze quando la strada sale. Ritorniamo al nostro esempio: il Ciclista 2 se vuole superare il Ciclista 1 in salita ha due possibilità: aumentare la potenza o diminuire il peso. Pertanto, la differenza di peso e di composizione corporea saranno le variabili che influenzeranno il rapporto peso/potenza e la prestazione finale. Ogni volta che affrontiamo una salita, infatti, oltre alle normali forze di attrito che si oppongono al moto della bici, se ne aggiunge un'altra e molto più tremenda: la forza di gravità. Questa forza, non appena la strada inizierà a salire, tenderà a "farci tornare indietro". La sua azione sarà tanto più grande quanto più il rapporto peso/potenza sarà basso e per superare la salita avremmo bisogno di molta più energia. I test dicono che ogni 500gr di peso in più, occorre apportare alla ruota circa 2watt aggiuntivi. Ecco quindi che il concetto del peso ottimale diventa un punto importantissimo per ogni ciclista; che dovrà evitare di accumulare grasso e, la dove è possibile, scegliere attrezzature dal peso ridotto.

mercoledì 20 aprile 2016

Aumentare i Watt nel Ciclismo | Magneticdays

Quando si parla di potenza, penso sappiate tutti di cosa si stia parlando. La potenza, la cui unità di misura sono i  WATT è la risultante tra la forza applicata al pedale e la velocità con cui lo stesso si muove, ossia la cadenza di pedalata, che chiameremo RPM (rotazioni per minuto).

POTENZA (in watt) = COPPIA (in Nm) x CADENZA di PEDALATA (in Rpm)
se vuoi aumentare la potenza [WATT], devi aumentare la cadenza di pedalata in RPM. Ma non solo: fare questo, ti garantisce anche di risparmiare Forza erogata in NEWTON! Dunque in PIANURA una velocità di cadenza (RPM) ideale è quella superiore alle 85, ma sotto le 105 rpm. Mentre in SALITA si è visto che è conveniente star un po' più "duri", dalle 75 alle 95 Rpm la cadenza perfetta.

Nel mio caso, a 32 anni, 22 dei quali passati in piscina a nuotare,  mi sono ritrovato a fare i conti con i famigerati watt espressi in bici, dato che da tre anni mi sono gettato anima e corpo nella pratica del triathlon. Per la verità ho iniziato ad ellenarmi, in bici, in modo serio solo dal 2016, cioè da quando ho conosciuto la stazione di allenamento MagneticDays e i progressi si sono iniziati a vedere subito. Il primo test di soglia, svolto su MagneticDays, ha espresso un dato inequivocabile: in bici sono una pippa. Dovevo migliorare e per farlo ho scelto la filosofia di allenamento di MagneticDays. Come vi dicevo faccio il primo test ed emergono dei dati davvero umilianti... uno su tutti i watt: 211 watt a 191 battiti. Il coach che mi segue si è messo subito a lavoro per farmi uscire da questa situazione di scarsa potenza e dopo 2 settimane di allenamenti (2 sessioni a settimana di 1 ora ciascuna) ho di nuovo ripetuto il test e il miglioramento è stato incredibile: 231 watt a 188 pulsazioni!! Il miracolo stava avvenendo: 20 watt in più in sole due settimane. Gli allenamenti sono duri, si deve stringere i denti, i muscoli fanno male, arrivano improvvisamente i crampi e i polmoni bruciano. L'importante è saper soffrire per un'ora due volte a settimana e vi garantisco che i risultati, cioè i watt , arriveranno. 
L'allenamento con MagneticDays è pura qualità in pochissimo tempo. L'intero programma di allenamento fa rifermento ai miei valori di soglia: siano essi watt o pulsazioni. Insomma, è un allenamento esclusivo e cucitomi addosso. Come vi dicevo, prima di iniziare a lavorare in modo scientifico con MagneticDays, occorre misurare il nostro motore (cuore, polmoni, gambe) e capire a che punto siamo nella preparazione. Il test a cui sono stato sottoposto è tanto semplice quanto spietato: ovvero il test di Conconi. Questo test mette in relazione i battiti cardiaci con i watt e indica esattamente il valore della tua soglia anerobica. E' l'esatta fotografia dello stato di forma di un atleta e sa dirci se siamo delle pippe o dei campioni. Io purtroppo sono stato classificato come pippa. Ma non per questo mi sono disperato, anzi, sapevo che potevo migliorare e così è iniziato l'allenamento con MagneticDays. Fatto il test il coach ha preparato il primo blocco di 4 training per iniziare a togliere la polvere dalle gambe e per farmi abituare a questa nuova concezione di allenamento. Gli allenamenti sono durati tutti 60 minuti con 10 minuti di riscaldamento nella fase iniziale e 10 minuti di defaticamento nella fase finale. Il cuore del lavoro di allenamento si trova tra queste due fasi: ben 37 step di ripetute, divisi tra forza e agilità, tra fatica e sudore. Quando la seduta termina sono distrutto ma appagato, so di aver lavorato bene. 
Finito il blocco di quattro training ripeto di nuovo il test. Incredibile! Sono comparsi 20 Watt di pura potenza. Un incremento stupefacente che mi spinge a continuare con questo gioiello tecnologico che è MagneticDays e con la sua filosofia di allenamento. 



lunedì 18 aprile 2016

Rulli e Ciclismo | MagneticDays

Lo sviluppo tecnologico e l’informatizzazione hanno trasformato in pochi anni i classici rulli in piattaforme da allenamento indoor sulle quali visualizzare istantaneamente vari indici essenziali per il controllo della sessione d’allenamento (potenza espressa, frequenza di pedalate, frequenza cardiaca, etc) e poter quindi effettuare test ed allenamenti specifici: come la piattaforma di allenamento MagneticDays. Allenarsi indoor con una piattaforma da allenamento professionale porta numerosi vantaggi. Ad esempio è possibile eseguire delle brevi sessioni specifiche, come nel caso delle giornate dedicate al doppio allenamento (di solito uno specifico al mattino ed un corto al pomeriggio), oppure quando è richiesta una breve seduta di allenamento a digiuno, o ancora nei casi di una sessione mirata di scarico al termine di un impegnativo allenamento outdoor. Tuttavia un problema comune che gli atleti spesso riferiscono è che questi tipi di allenamento risultano talvolta noiosi e pertanto più difficili da compiere rispetto ad una solare uscita outdoor, magari in aperta campagna. Nei casi di impossibilità ad allenarsi all’aperto, la seduta indoor è un ottimo sostitutivo proprio perché garantisce continuità. Naturalmente non sarà possibile effettuare una distanza di cinque ore sui rulli, ecco quindi che la consulenza del proprio preparatore è indispensabile per capire bene che cosa fare, quali errori evitare e far si che l’allenamento indoor sia un valido sostitutivo dell’uscita outdoor. In altre parole occorre evitare l’improvvisazione e affidarsi invece ad un metodo.La sua versatilità di MagneticDays e la sua precisione permettono di affrontare argomenti di allenamento fino adesso solo teorizzati.  Lo strumento, pur nella sua innovazione, resta però innovativo solo “in potenziale“ se qualcuno, ricco di nuove idee, non gli da un’anima. Questo comporta seguire una strada anche di innovazione culturale, aprirsi a nuove possibilità e, non ultimo, anche a nuove responsabilità. Due sessioni settimanali da un’ora di allenamento con verifica ogni 3 o 4 settimane tramite un nuovo test incrementale oda potenza sostenibile.Dai dati, si notano chiaramente gli andamenti a crescere delle condizioni di forma.





tratto da magneticdays.com

giovedì 14 aprile 2016

Il test di Conconi con MagneticDays


Il test di Conconi,  prende il nome dal medico che lo ha ideato nel 1982, Francesco Conconi, è un test di medicina sportiva che mira a misurare la soglia anaerobica di uno sportivo, in termini di frequenza cardiaca.Il test misura le variazioni di frequenza cardiaca al variare del carico di lavoro. Tipicamente viene misurata in laboratorio o in pista. Lo sportivo deve fare uno sforzo di intensità crescente e vengono rilevati i valori di velocità e di frequenza cardiaca. Tutti i punti vengono poi messi su un grafico per essere meglio analizzati. Se il test viene eseguito correttamente, il grafico mostrerà un punto in cui la pendenza cambia bruscamente che indicherà, con una certa precisione, la soglia anaerobica. Infatti la frequenza cardiaca cresce in modo lineare fino ad un certo punto, oltre il quale cambia inclinazione. Il test può continuare fino alla rilevazione della soglia anaerobica.
Testare un atleta, attraverso la rivelazione della soglia anaerobica, è indispensabile per quantificare le sue potenzialità e le sue qualità atletiche, il per impostare una corretta preparazione fisica e per verificare e monitorizzare l’efficacia dell’allenamento e le variazioni della condizione fisica. In ambito ciclistico la tecnologia ci ha aiutato con la comparsa dei primi ergometri: ovvero apparecchi in grado di misurare il lavoro meccanico compiuto da determinate forze. Sono macchinari che riproducono in modo più o meno fedele, la bio-meccanica del gesto sportivo.
Un test di valutazione funzionale di un atleta deve riprodurre il più possibile il gesto sportivo ed alla stesso tempo però permettergli di esprimersi al massimo. Riuscire nel doppio obiettivo non è sempre facile, sia per le caratteristiche tecniche del gesto, sia per le caratteristiche dell’ergometro utilizzato. La corsa ed il ciclismo sono sicuramente gli sport più facili da testare e dove è più facile riprodurre il gesto e permettere all’atleta di esprimersi ai suoi massimi livelli. Sicuramente il ciclismo è oggi il gesto valutabile il più vicino possibile alle condizioni reali, consentendo all’atleta di esprimersi ai suoi massimi livelli. Ottimali sono gli ergometri che hanno la possibilità di lavorare a potenza costante, come MagneticDays. In questo caso l’atleta deve solo pensare a pedalare al ritmo di pedalata che gli è più congeniale. In automatico ci penserà l’ergometro in tempo reale ad aumentare o diminuire il freno in modo da garantire un lavoro a potenza costante. Naturalmente i suddetti ergometri si prestano perfettamente per l’allenamento, consentendo innumerevoli possibilità di lavori con caratteristiche diverse e che mirano ad allenare particolari qualità.

lunedì 4 aprile 2016

Posizionamento tacchette


Per ottenere un buon rendimento biomeccanico del piede occorre posizionare perfettamente il piede sul pedale. Il centro della prima testa metatarsale deve corrispondere verticalmente con l'asse del pedale. Regolando longitudinalmente la tacchetta con le apposite viti si trova la posizione ricercata.Vediamo la metodologia anatomica:




1.      con il piede nudo si flette l'alluce per individuare la rima articolare metatarso-falangea;
2.      stabilito il punto, arretrando di 7-8 mm si localizza il centro della prima testa metatarsale;
3.      per allineare verticalmente questo punto col perno pedale si fissa tramite un cerotto un testimone (sfera di metallo);
4.      si infila il piede nella calzatura e si aggancia il pedale;
5.      si individua palpando con un dito nella parte interna della scarpa il testimone che dovrà corrispondere verticalmente al centro perno pedale;
6.      se ciò non corrisponde a sganciare il piede è regolare la cacchetta anteroposterior mente per ottenere la posizione desiderata.

Queste operazioni vanno effettuate ogni volta che si cambia marca di calzatura o tipo di pedali.Per semplificare queste operazioni in molti casi si possono utilizzare delle tabelle di riferimento fornite da vari autori che elencano la distanza della racchetta dalla punta della suola nelle varie taglie di calzature. Queste indicazioni sono valide se c'è la perfetta corrispondenza tra taglia del piede e misura della calzatura e un normale rapporto morfologico tra piede e falangi in caso contrario bisogna usare il metodo anatomico illustrato

Tratto da "Pedalare bene"+


venerdì 25 marzo 2016

Look Keo Blade 2 Cromo

La necessità di trovare il giusto aggancio, la perfetta superfecie di spinta, la leggerezza, la stabilità, il confort di pedalata e non per ultima la sicurezza nello sgancio, possono essere racchiuse tutte in un unico prodotto ormai conosciutissimo da tutti i ciclisti: sto parlando dei pedali Keo Blade 2 della ditta francese Look. Al costo dipartenza di 108 euro (super promozione Amazon) potrete trovare la soluzione a tutte le vostre esigenze: tecnologia, aerodinamica, leggerezza e tenacia sono le caratteristiche che contraddistinguono questi pedali. Il modello che ho comprato, dei pedali Keo Blade 2, è la versione con inserti in cromo, carbonio e acciaio, con un peso complessivo di soli 110 gr e una forza di sgancio di 12 newton. Keo Blade 2 è il risultato di un lungo lavoro da parte degli ingegneri LOOK mirato a ottimizzare tutti i concept innovativi sviluppati su Keo Blade Carbon. Keo Blade 2 è un pedale ancora più sicuro, più stabile, più leggero e più potente. Il suo design integra completamente la lama per una migliore aerodinamica. Il design di Keo Blade 2, basato su una lama in carbonio, permette uno sgancio più rigido e di staccare il piede dal pedale molto più velocemente in fase di sganciatura. Tuttavia per soddisfare tutti i ciclisti, Keo Blade 2 è disponibile in 3 diverse durezze: la versione 12 adatta per la maggior parte dei ciclisti, la versione 16 per i corridori che cercano un maggiore supporto e la versione 20 per chi cerca un supporto massimo. È possibile passare da una versione all'altra cambiando la lama con un utensile speciale. Grazie alla piena integrazione della lama molla in carbonio nel corpo del pedale, Keo Blade 2 è il pedale con il profilo più aerodinamico mai creato. Inoltre, i due canali su entrambi i lati del corpo permettono un flusso d'aria ottimale. La linea di pedali Keo Blade 2 offre diverse soluzioni, con diverse caratteristiche e prezzi, come il modello in titanio che supera le 210 euro ma garantisce un peso di soli 86 gr. Ovviamente se siete alla ricerca del super pedale e volete lesinare anche su pochi grammi il modello in tatanio è quello che fa per voi, alttrimenti potete sempre fare come il sottoscritto e scegliere il modello cromo, carbonio e acciaio e spendere decisamente meno. Oltre che per le caratteristiche costruttive, questi pedali si contraddistinguono anche per la forza di sgancio che può variare da 12 (giallo) fino a 20 (rosso) Newton, con una misurazione intermedia a 16 (blu). Questi numeri indicano la forza di sgancio della tacchetta dal pedale. Anche qui la scelta dovrebbe rispecchiare le vostre esigenze e caratteristiche: se siete alla ricerca di un pedale sicuro e rapido da sganciare in qualsiasi momento, la scelta che fa per voi è linea a 12 NW di colore giallo, se invece volete ottenere il massimo e volete sentirvi inchiodati ai pedali dovrete andare sulla linea rossa a 20 NW. Attenzione, il Kéo Blade 2 con tensione 20 è un pedale con un altissimo livello di tensione di sgancio (più di 20 Nm). Questo rende più difficile lo sgancio del pedale e possono verificarsi potenziali cadute pericolose. Il loro utilizzo è strettamente riservato ai ciclisti affermati che sono abituati a usare pedali LOOK automatici. LOOK consiglia di utilizzare in principio lame che sono più facili da usare (livelli di lama 12 e 16). La linea rossa di solito è indicata per i professionisti o durante le corse, per chi fa triathlon consiglio la massimo la linea da 16 NW. La durezza dello sgancio non è modificabile se non attraverso apposite chiavine in dotazione ai rivenditori. Il giudizio finale è estramamente positivo e non posso altro che consigliarvi questi ottimi pedali.




mercoledì 23 marzo 2016

Recensione MagneticDays | Il super rullo


Con l'Unboxing di MagneticDays, mi appresto ad effettuare la mia prima recensione di un prodotto consegnatomi appositamente per questo scopo. Infatti, se fino ad oggi, ogni mia recensione si basava solo e soltanto su articoli comprati per esigenze personali, con MagneticDays sono passato alla recensione su commissione. Mi spiego meglio: l'azienda produttrice di MagneticDays mi ha contattato per fare quattro chiacchiere, per visitare l'azienda, ma soprattutto per consegnarmi il loro prodotto e poter ottenere un feedback più o meno positivo. Non vi nascondo la soddisfazione di avere la possibilità di provare e recensire un prodotto altamente tecnologico, pensato e progettato principalmente per i ciclisti professionisti e non solo. Altra cosa molto importante è l'italianità del progetto "MagneticDays", questo super rullo, a differenza di molti prodotti pensati per il ciclismo, non è un prodotto d'importazione, ma un vero e proprio gioiello dell'imprenditoria Italiana e Taoscana, dato che MagneticDays è realizzato a pochi chilometri da casa mia: a Foiano della Chiana. Questo è il prologo, adesso è arrivato il momento di parlare di cosa è, come funziona e cosa si può fare con Magneticdays.
Partiamo con il dire che MagneticDays non è un rullo ma un super rullo, con il quale allenarsi in modo scientifico permettendoci al contempo di svolgere test molto precisi sulla nostra condizione atletica. Solo in questa frase si trovano alcuni concetti che contraddistinguono MagneticDays da tutti gli altri rulli, ovvero: precisione, allenamenti scientifici e test. La forza di MD sta nella precisione, affidabilità e ripetibilità dei suoi dati che lo rendono unico sul mercato ed incomparabile con qualsiasi altro rullo da allenamento. Questa sua precisione fa si che possa essere utilizzato, per applicare tutti i concetti scientifici dell'allenamento per il ciclismo, permettendo di sviluppare programmazioni, mai come adesso così aderenti ad ogni singolo atleta. Infine, e questo è il vero asso nella manica della ditta Gobat che produce MagneticDays, la possibilità di effettuate i più importanti test legati al ciclismo, in modo preciso e scientifico, permetterà la valutazione degli atleti durante tutta la stagione, dandoci la possibilità di apportare modifiche ai piani di allenamento in qualsiasi momento. 
Detto questo è arrivato il momento di analizzare nello specifico il super rullo MagneticDays. Innanzi tutto dove si acquista? Per comprarlo potete scegliere due opzioni: direttamente sul sito web di MagneticDays, oppure potreste decidere di fare un salto a Foiano della Chiana (Arezzo) per conoscere meglio il prodotto e chi lo produce. Io vi consiglio la seconda opzione! Altro punto molto importante è il prezzo. MagneticDays lo potrete trovare in diverse configurazione e prezzi: 
- MAGNETIC DAYS SCIENTIFICO CON ELETTRONICA CON FRENO MAGGIORATO A 6 POSIZIONI a 1600 euro

Come vedete i prezzi non sono bassi ma d'altronde la qualità si paga, e su MagneticDays si percepisce al primo sguardo ed al primo udito, dato che a differenza degli altri rulli è praticamente silenzioso. Se volete un consiglio, dato che andrete a spendere più di mille euro, mi concentrerei sul modello a 6 magneti e a 30 posizioni, scartando il modello scientifico e quello a 4 magneti. Al momento dell'acquisto si possono scegliere diverse personalizzazioni ma la più importante è quella di poter montare la cassetta ad 11 velocità. Per chi ritenesse troppo onerosa la spesa di oltre 1000 euro, la GOBAT da la possibilità di noleggiare la piattaforma di allenamento MagneticDays alla cifra di 140 euro al mese. L'ingombro di MD non è superiore a quello degli altri rulli, occupa una superficie di circa 50 cm quadrati. Quello che invece si nota subito è il peso, infatti i suoi 9 kg utili a dare stabilità in fase di utilizzo, sono un po' eccessivi durante lo spostamento di MD, forse su questo aspetto si può ancora migliorare. Il rumore è praticamente nullo se paragonato a qualunque altro rullo. Montarlo è un gioco da ragazzi: una voltao tolto dalla sua originale confezione in legno, basterà aprire le due gambe e poggiarlo al suolo. Successivamente dovrete alimentare MD e collegarlo al PC (con una connessione usb) tramite l'apposito software che potrete scaricare on-line, o alla applicazione del vostro smartphone. Il programma di controllo di MD è molto intuitivo e ben strutturato, unica pecca la grafica poco accattivante. Una volta collegato non vi resterà che togliere la ruota posteriore dalla vostra bici e inserire il carro posteriore nei due perni, avendo cura di sistemare la catena sulla cassetta pignoni di MD. Adesso non vi resterà che registrarvi al portale cloud di MagneticDays, scaricare e successivamente caricare il test con il quale il vostro allenatore o il preparatore della Gobat vi inquadreranno come ciclista.